15 giugno, 76 anni fa il massacro Tani e Rossi. Slitta l’uscita del libro di Gradassi e Gallorini

Il 15 giugno 1944, Sante Tani, Don Giuseppe Tani e Aroldo Rossi, catturati il precedente 30 maggio e sottoposti a inaudite violenze nella sede dell’Ufficio Politico Investigativo di Arezzo, dopo un fallito tentativo per farli evadere dal Carcere, vengono riportati in cella e massacrati con decine e decine di proiettili sparati dai comandanti della GNR e da alcuni loro sottoposti. La certosina ricostruzione storica è contenuta nel libro di prossima uscita, al quale hanno lavorato a quattro mani il compianto Enzo Gradassi e Santino Gallorini. Nell’attesa, vi proponiamo la copertina della pubblicazione, per gentile anticipazione di Gallorini. 

Santino Gallorini, siamo pronti all’uscita de ““Il massacro di Sante e don Giuseppe Tani e di Aroldo Rossi tra paure, inganni e tradimenti”?

“Enzo Gradassi erano anni che attendeva di illuminare questa complicata vicenda – racconta il coautore della pubblicazione, lo storico Santino Gallorini – e mi aveva coinvolto in questa lunga e difficile indagine. Con fatica, districandoci in un un groviglio di bugie, omissioni, depistaggi, abbiamo chiarito tutti gli aspetti. Quando finalmente il lavoro era stato fatto e le bozze consegnate all’editore, Enzo ci ha lasciato. Desiderava che il libro uscisse oggi, in occasione dell’anniversario del massacro dei tre Martiri della Resistenza aretina. Alcuni contrattempi ne hanno frenato la pubblicazione, che avverrà nei prossimi giorni”. 

Avevate chiesto la prefazione del Capo dello Stato Sergio Mattarella

“Alcuni giorni fa mi ha chiamato la segretaria del Capo Gabinetto del Presidente della Repubblica, con cui avevo parlato a fine maggio. Mi ha detto che ha chiesto a Mattarella cosa avesse deciso di fare per la Prefazione che gli avevo richiesto. Mattarella le ha risposto di aver dato ad un suo consigliere, quale pratica da definire, il quesito se fare o meno la Prefazione. Il consigliere ha valutato e gli ha risposto che sarebbe opportuno non la facesse. Primo, perché Mattarella ha scritto solo prefazioni a pubblicazioni del Quirinale e se la facesse a noi la dovrebbe poi fare ad altri, con immaginabili conseguenze per lui e per la sua segreteria. Secondo, il nostro libro tratta di una storia importante, tratta della morte di un eroe della Resistenza massacrato, è un’indagine seria e approfondita, ma è pur sempre un’operazione commerciale, con editori, sponsor e vendite in librerie e/o on-line. Una Prefazione di Mattarella potrebbe in linea teorica far aumentare le vendite e quindi il Presidente in linea teorica si potrebbe esporre a critiche del tipo: “hai voluto favorire tizio e caio”. Insomma, le ha detto che gli dispiace per me, perché è un bel libro, è una bella indagine, ma niente Prefazione”.

Peccato, Enzo sarebbe stato contento…

“A me e a Enzo non cambiava niente. Avevamo provato a chiedere sapendo di fare una “forzatura”; ci eravamo detti “tanto a provare cosa ci costa?”. Con questo non nego che avrebbe fatto immensamente piacere sia a me che a Enzo, che ogni tanto mi scriveva di “Sergino”, chiedendomi “che fa?”, “perché non risponde?”, “almeno un biglietto con su scritto ‘caxxo che bel libro’ lo potrebbe mandare”. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Non ci sarà la ciliegina, ma la torta è lì “bella e terribile”.

Oggi è il 15 giugno, anniversario dei fatti ricostruiti nel libro. Manca poco alla pubblicazione?

“Oggi ricordiamo i Fratelli Tani e Aroldo Rossi, ringrazio Enzo Gradassi per l’immenso impegno che ha messo in questa indagine, fino ai suoi ultimi giorni. E si, manca poco, questione di giorni”.

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