Asili nido, elementari e prima media aperte anche in zona rossa dopo Pasqua. Per il resto linea dura, Toscana chiusa
Nell’incontro i rappresentanti del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli hanno ribadito la gravità dei dati e la necessità di confermare le chiusure per evitare una risalita della curva epidemiologica. Quindi ha prevalso la linea dura fino al 30 aprile, data di scadenza dello stato di emergenza, con blocco degli spostamenti e chiusura di bar e ristoranti. Non riaprono neanche a pranzo i ristoranti e non riprendono l’attività neanche cinema, teatri o palestre. Per tutte le attività chiuse arriveranno nuovi rimborsi e sostegni, finanziati dalla richiesta di un nuovo scostamento di bilancio intorno al 10 aprile.
Rt nazionale di 1,08, in discesa rispetto alla settimana scorsa quando era 1,16. Il Lazio entrerà in arancione da martedì. L’incidenza, cioè i casi settimanali per 100mila abitanti, porta in rosso la Valle d’Aosta, che questa settimana supera la soglia dei 250 in base alla quale scatta il peggioramento di colore. 10 Regioni e una Provincia saranno in rosso anche dopo Pasqua, almeno fino al 13 (di martedì). Hanno infatti tutte un’incidenza superiore ai 250 casi per 100mila abitanti: Friuli (410), Piemonte (354), Emilia-Romagna (351), Lombardia (293), Puglia (292), Valle d’Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279), Veneto (254). A queste come detto si aggiungono la Calabria e la Toscana. La nostra Regione ha chiesto una correzione dei dati dopo la riunione mattutina della Cabina di regia, perché si è resa conto che aveva comunicato meno casi per la settimana tra venerdì scorso e ieri. Circa 120 nuovi positivi non erano stati conteggiati. In base al nuovo calcolo ha un’incidenza superiore, anche se di poco, ai 250 casi settimanali per 100 mila abitanti, esattamente 251 e quindi per un soffio si ritrova in zona rossa.