Hospice ad Agazzi, accordo fatto. Ma Arezzo chiede una struttura nuova

Infatti, una struttura sanitaria, per essere definita Hospice, deve rispondere alle caratteristiche tecniche e strutturali normate da Ministero e da Regione Toscana. Comunque, sembra che per 450.000 euro/ all’anno, Agazzi fornirà 8 posti letto per le cure palliative residenziali, chiamandole impropriamente hospice. Per limitare le differenze tra un vero hospice e la soluzione-Agazzi, sarebbe opportuno che gli ex-Operatori dell’Hospice – nessuno escluso – venissero richiamati a svolgere il servizio per il quale erano stato formati e nel quale operavano così bene da ricevere costantemente elogi e ringraziamenti da parte dei ricoverati in Hospice e dai loro familiari. Sorge un problema: nel “vecchio” hospice i posti letto erano 6 (+ 1 di day-hospice) e se ora i posti letto vengono aumentati ad 8 (come sembra) deve essere aumentato per forza il numero di Infermieri ed OSS, altrimenti ne va della qualità dell’assistenza ai malati. I parametri ministeriali e regionali, per 130.000 abitanti (quelli della ex Zona Distretto Arezzo), indicano un fabbisogno in posti letto di 5-6. Se i posti letto saranno 8, ciò significa che i parametri di cui sopra hanno preso in considerazione l’intera Zona Distretto e cioè, oltre ad Arezzo, anche Casentino e Valtiberina? E che quindi i cittadini di Casentino e Valtiberina, se ne avranno la necessità, dovranno essere accolti ad Arezzo? Se così fosse, ancora una volta verrebbe meno quanto normato da Ministero e Regione, i quali, al primo posto tra le caratteristiche obbligatorie di un Hospice, individuano la facile accessibilità da parte dei familiari. Ma tent’è. Dopo 5 mesi di trattative, ben venga Agazzi! Nessuno però si dimentichi che Arezzo aveva e vuole di nuovo un vero Hospice. Che nel piano regionale opere pubbliche l’hospice di Arezzo non è stato inserito. Che nel piano triennale investimenti della ASL Sud Est, ancora una volta, l’Hospice di Arezzo non è previsto (per il nuovo Hospice di Siena, invece, sono previsti 6.500.000 euro). Che nella seduta del Consiglio Comunale “allargato” del 10 u.s. il Direttore Generale ha detto che avrebbe fatto eseguire uno studio di fattibilità (si è preso 40 giorni) riguardante la Casina delle Suore del Pionta come possibile sede del nuovo hospice. Che il Consiglio Comunale al completo, con il Sindaco in testa, vuole soluzioni certe e rapide per il nuovo Hospice. Che insieme agli amministratori, sono proprio i cittadini di Arezzo che, come singoli individui e come associazioni, sorveglieranno e spingeranno finchè Arezzo non riavrà il suo Hospice (dato che lo hanno aspettato per 18 anni) senza fare sconti a nessuno.