Il calvario di Maura: “Voglio che la verità diventi cura”

Una storia lunga e ingiusta, fatta di sofferenza disumana, ma non solo. Alla fine è anche una straordinaria storia d’amore vero, incondizionato, come a volte accade quando la vita ti chiede prove così esagerate, al limite della sopportazione. Maura Corazzi oggi ha 44 anni, nella sua vita precedente era impegnata come educatrice in un centro di recupero per minori di Firenze e Luciano Boschi, che lavora in Prefettura a Firenze, residenti a Laterina, sono i genitori di tre figli: Giacomo di 17 anni, Matteo di 13 anni e Tommaso di 9 anni. A settembre 2011, a seguito del terzo parto cesareo per far nascere Tommaso, qualcosa va storto “dopo una puntura spinale per anestesia” nell’Ospedale Santa Maria alla Gruccia di Montevarchi (Ar) e subentra un’infiammazione, probabilmente da infezione virale, che, come accertato successivamente all’ospedale Meyer di Firenze, innesca una reazione del sistema immunitario; ne segue una Polineuropatia Motoria, Sensitiva, Infiammatoria, Cronica di tipo Mielino-Assonopatico. Oggi Maura è tracheostomizzata, completamente immobile, respira con l’aiuto di un ventilatore, deve alimentarsi con PEG, comunica attraverso un puntatore oculare. Maura e Luciano si sono rivolti, negli anni, a specialisti che a più riprese hanno accertato l’origine della malattia e non si sono mai fermati: hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministro della Salute, alla Regione Toscana, ai Prefetti di Arezzo e Firenze. La vicenda è narrata anche in un libro bellissimo, una storia di vita, da cui traspare sofferenza e tribolazione, “Con gli occhi di Maura“, sottotitolo “Errando tra incertezza medica e ricerca della verità”, di Valentina Pedani e la stessa Maura. È nata anche un’associazione, “Con Maura per i diritti del malato“, tra i suoi amici anche Lorenzo Jovanotti, che è andato a trovarla e Leonardo Pieraccioni. La vicenda di Maura va avanti da quasi 10 anni, senza che al momento siano ancora state accertate le responsabilità mediche in ambito giudiziario. Ma il problema di oggi è solo parzialmente riconducibile all’identificazione della catena di eventi che hanno messo Maura in questa condizione per identificare eventuali responsabilità e chiederne conto. Il problema, a prescindere dal contenzioso, è quello di ottenere le cure di cui ha bisogno, recuperando i margini di autonomia possibili e migliorando la sua qualità di vita e quella della sua famiglia. Maura, da circa 5 anni, si trova ricoverata nella Camera 20 della disponibile e preparata Clinica di Riabilitazione Toscana di Terranuova Bracciolini (Ar), struttura che l’ha presa a cuore anche grazie all’interessamento della Regione Toscana. “È fondamentale – scrive il marito Luciano, che le è sempre stato accanto – che siano attivate urgentemente le cure promesse e concordate dalla Direzione della Riabilitazione con gli specialisti dell’Ospedale fiorentino di Careggi, i quali potranno recarsi in missione o prenderla in carico presso il Presidio di degenza, per sorvegliare la somministrazione delle terapie (plasmaferesi, immunoglobuline, boli di cortisone e monoclonale Rituximab)“.  “È importante e onesto – aggiungono i legali – che a Maura e a tutta la sua famiglia siano riconosciute le responsabilità di operato e di omissione medica, siano riconosciuti gli errori commessi, siano riconosciute quelle risorse dovute per i trattamenti terapeutico-riabilitativi, alcuni di questi ormai permanenti, per le stesse responsabilità di operato e di omissione medica e per quegli errori commessi. Maura può recuperare, ma deve essere curata“. Maura ha bisogno di aiuto, intanto, anche per preparare il suo futuro e quello della sua famiglia una volta dimessa dalla struttura riabilitativa. Occhi e cuore sulle difficoltà altrui, prima che sulle proprie, per affrontarle e superarle tutte, insieme.

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