In ginocchio a San Polo, Laura Ewert: “Dolore e vergogna, chiedo scusa” – Foto
Sessantacinque morti fra partigiani e civili. La strage di San Polo rimane una ferita insanabile per la provincia. Il 14 luglio 1944 venne compiuto l’eccidio di San Polo. Solamente due giorni dopo Arezzo sarebbe stata liberata (16 luglio 1944). Della terribile strage si ricorda la ferocia dei militari tedeschi, al comando del Colonnello Wolf Ewert, la cui nipote Laura, giornalista, è venuta a conoscenza recentemente dei tragici accadimenti di cui il nonno si è macchiato. Era lui al comando del 274esimo reggimento corazzato, facente parte della 94esima Divisione di fanteria, che compì la strage di San Polo. Alcuni dei caduti furono gettati in fosse comuni ancora vivi e fatti saltare in aria. Laura Ewert, accolta dal Presidente della Giunta Regionale della Toscana Antonio Mazzeo e dalle autorità aretine, alla presenza del Console tedesco, visibilmente commossa, si è inginocchiata di fronte al cippo di San Polo che riporta i nomi delle vittime: “Qualche anno fa ho scoperto per caso, viaggiando in Toscana, attraverso una pagina di Wikipedia, che non lontano da Civitella, a San Polo, mio nonno ha commesso, commissionato, terribili crimini di guerra“. Già sabato 6 luglio scorso, al convegno “Le stragi dimenticate” di Civitella in Valdichiana, la Ewert, in collegamento da remoto, aveva raccontato la terribile scoperta, annunciando la sua presenza a San Polo di Arezzo e spiegando poi di non aver saputo nulla di quanto accaduto fino al 2004: “In famiglia per tanti anni solo silenzio sulla guerra“. Ha detto di provare “tristezza, dolore e vergogna, chiedo scusa per la crudeltà di mio nonno”. Sono state deposte corone di alloro al Monumento ai Caduti, al Cippo dei Caduti, Villa Gigliosi. Poi in Chiesa, alla Pieve di San Paolo, per la Santa Messa celebrata dal parroco Don Natale. Nel pomeriggio le commemorazioni proseguono alla Chiesa di San Severo, con la Santa Messa e a deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti.
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