La verità, vi prego, sull’Hospice di Arezzo
Pierdomenico Maurizi, ex direttore delle cure palliative dell’ospedale San Donato di Arezzo. Dottore, vogliamo sintetizzare che ne è stato dell’Hospice di Arezzo?
“23 marzo 2020. Con un preavviso di 3-4 giorni, l’Hospice (pazienti-ospiti, operatori e qualche arredo) viene sfrattato dalla cosiddetta palazzina Calcit per far posto all’Oncologia. Il motivo: proteggere i malati oncologici tenendoli fuori dal San Donato. “Non si hanno notizie che altre Oncologie siano state trasferite al di fuori del proprio ospedale – dichiara Pierdomenico Maurizi – altrove hanno semplicemente e rigorosamente separato i percorsi interni dell’ospedale e non sembra che quei malati oncologici siano stati contagiati. Ma per Arezzo è stato deciso così“.
E poi?
“L’Hospice viene accolto presso la nuova RSA Koinè di Pescaiola e vi resterà 8 mesi, a titolo del tutto gratuito, anche se Koinè non lo ha strombazzato“.
La politica?
“Dei vari dirigenti locali, solo l’allora Assessore Lucia Tanti ha avuto la sensibilità di venire in Hospice per chiedere agli operatori come si trovassero nella nuova sede, perché solo un’insegnante prestata alla politica si è resa conto che il benessere dei malati passa attraverso il benessere degli operatori sanitari. Dai dirigenti della ASL silenzio e indifferenza“.
Ma la Asl stava combattendo una battaglia impari contro il covid
“A novembre 2020 infatti la ASL ha bisogno di posti letto in RSA per malati Covid e quindi l’Hospice viene nuovamente sfrattato e viene collocato presso la Casa di Cura San Giuseppe. Questo è quello che viene detto. In realtà, non è un trasferimento dell’Hospice, ma è uno spostare i malati presenti nella RSA Pescaiola in alcuni letti del San Giuseppe Hospital, nel quale, tra l’altro, non ci sono gli operatori dell’Hospice, ma altri infermieri ed OSS, sicuramente ottimi professionisti, ma assolutamente non formati alle cure palliative ed alla terminalità. Infine il San Giuseppe Hospital ha ancora meno caratteristiche di Hospice rispetto alla RSA Pescaiola. Comunque, lì la ASL paga una tariffa di circa 130-150 euro/posto-letto/giorno“.
I mesi passano… poi cosa accade?
“Arriviamo a metà gennaio 2021: la ASL chiede disponibilità per ciò che resta dell’Hospice all’Istituto Madre della Divina Provvidenza di Agazzi. Inizia una trattativa che a tutt’oggi non è ancora conclusa. È nel frattempo trapelato che la ASL pagherebbe 450.000 euro/anno di affitto”.
Si muove anche la Regione…
“17 aprile 2021: Ceccarelli e De Robertis annunciano a mezzo stampa che sono in arrivo 1.300.000 euro per costruire il nuovo Hospice presso il Pionta e che entro maggio la sede provvisoria sarebbe stata Agazzi“.
Poi sembra arrivare una svolta…
“10 maggio 2021: il Direttore Generale in Consiglio comunale si impegna a presentare un progetto di Hospice con tanto di cronoprogramma in occasione del consiglio comunale del 24 giugno 2021“.
Un passo avanti?
“No, perché il 24 giugno 2021: in Consiglio Comunale la ASL è rappresentata da Direttore Sanitario e DA. Il DG è assente. Non viene presentato alcun progetto, ma solamente viene menzionata una non ben precisata area del Pionta dove in futuro potrà sorgere il nuovo Hospice. Quando? Vengono indicati 14 mesi per la stesura del progetto! Ed altri 24 mesi (in tutto 3 anni) per la costruzione… come cittadino, più che come medico, mi sento preso bellamente in giro“.
Intervengono anche i sindacati
“Silvia Russo, Segretaria CISL, ottiene che la Direttrice Sanitaria Simona Dei prometta che se l’”affaire Agazzi” non si conclude entro questa settimana, da lunedì l’Hospice verrà portato al San Donato. Qui, finalmente, non verrebbe pagato alcun affitto“.
La situazione attuale?
“Tra la sera del 24 ed oggi, 25 giugno: Marco Donati, Marco Casucci e Lucia Tanti pubblicano dure critiche a quanto esposto dalla ASL. De Robertis e Ceccarelli, nonostante che il loro trionfalismo del 17 aprile 2021 sia appena stato smentito, candidamente aspettano che la soluzione Agazzi sia al più presto disponibile, dichiarano di aver appreso che il progetto sta prendendo forma, anche se il percorso non sarà breve (sono già passati 15 mesi inutilmente per la verità!) e si dicono “impegnati per fare in modo che l’opera sia realizzata tra le opere previste dal Piano Nazionale per la ripresa…” cioè stanno dicendo che quel 1.300.000 non c’è e che si farà ricorso ai finanziamenti del Recovery Plan! Incredibili! Gli unici politici aretini a non essersi indignati dall’arrogante risposta della ASL!“
Tanti soldi spesi e nessuna svolta definitiva
“Qualche anno fa (6-7, non ricordo bene), l’Oncologia chiese di essere trasferita dalla Palazzina Calcit in quanto quella struttura risultava troppo piccola. Fu allora ristrutturato il IV piano del I lotto del San Donato per una spesa di circa 850.000 euro più svariate decine di migliaia di euro donate dal Calcit: in entrambi i casi si trattò di soldi degli aretini. Nel 2017, la Palazzina Calcit viene ristrutturata ad Hospice per un importo di 450.000 euro più 60-80.000 euro donati dal Calcit ed anche in questo caso si parla sempre di soldi degli aretini. Sempre nel 2017, alcuni ampi spazi della Palazzina furono concessi alla Senologia che tuttora li occupa. Quindi, al momento, nella Palazzina c’è ancora meno spazio di quando fu trasferita l’Oncologia“.
Quale sarebbe la soluzione?
“Non sarebbe più semplice e più economico riportare l’Oncologia là dove era stato speso poco meno di 1.000.000 di euro per farle spazio e ricollocare l’Hospice nella Palazzina dove era stato speso più di 500.000 euro? Perché nessuno parla di questa soluzione? Perché si cercano ancora sedi (San Giuseppe prima ed Agazzi ora) dove si è costretti a pagare affitti salati? E’ questo il momento per sperperare allegramente? È vero che questi non sono soldi dei direttori della ASL e quindi alla ASL poco importa di spenderli, ma qui si sta superando ogni limite di decenza. E comunque, come hanno detto, tanto c’è il Recovery Plan! Che tristezza!”