Partito Democratico, ovvero dell’impossibile convivenza: e tu, di quale Pd sei?

Chi si fosse chiesto in questi giorni quanto e come avrebbe pesato l’apparentamento governativo tra Pd e 5 Stelle, sta per trovare risposte. La sensazione è che l’abbraccio con Di Maio possa comportare ulteriori divisioni per il Partito Democratico, con inevitabili riverberi anche a livello locale.

Il segretario nazionale Zingaretti ha lavorato duramente per formare il Governo, Franceschini favorevole al dialogo è tornato ad occupare il Ministero per i beni e le attività culturali e in queste ore è impegnato a Cortona per la convention della sua Area Dem.

Richetti contrario e in piena polemica, Renzi taciturno, alla fine ha dato il là, ma lamenta l’assenza di toscani nella compagine governativa. Per molti la goccia che potrebbe far traboccare il vaso. Secondo i bene informati, solo una scusa per concretizzare ciò che aveva già deciso: alla prossima Leopolda di ottobre, il rignanese lancerà la sua “cosa”, abbandonando il Pd e facendo cadere il Governo giallo rosso, oppure tenendolo sotto scacco. Chi lo seguirà, a livello provinciale, è tutto da verificare.

Nota la posizione dell’europarlamentare Carlo Calenda che, contrario al matrimonio coi 5 stelle, si è dimesso dalla direzione nazionale del partito per far diventare il suo “Siamo Europei” un autentico movimento politico. La sua linea potrebbe produrre altre lacerazioni tra gli aretini, con la potenziale uscita dal Pd, tra gli altri, dell’ex Onorevole Marco Donati e di Michele De Angelis, anche se quest’ultimo da un lato si è affrettato a confermare la permanenza tra i democratici, dall’altro fa sapere che a breve “verrà completato il percorso operativo per trasformarci in un vero e proprio movimento politico con Statuto e mission anche ai fini di un nuovo tesseramento“. 

Pensare che intanto, fra il 16 ed il 29 settembre, ci sarebbe un importante esercizio democratico, quello con i congressi per l’elezione del Segretario di coordinamento territoriale: ad Arezzo la sfida è tra Francesco Ruscelli e Matteo Bracciali

Matteo Bracciali, nella sua piattaforma programmatica, ammette le divisioni interne e lancia un appello ad andare “oltre”. Non solo: richiama ad andare “oltre il nostro passato”. Di tenore diametralmente opposto il documento con cui si presenta Francesco Ruscelli, che si appella alle idee e all’identità di un partito al servizio della comunità e del territorio, protagonista di una politica trasparente che abbia al centro ambiente, lavoro e qualità della vita delle persone.

Proposte, che qui vi proponiamo per una completa visione, con pochi punti di contatto, a dimostrazione, casomai ce ne fosse ulteriore bisogno, che la tanto agognata ritrovata unità nel Pd è di là da venire. Buona lettura

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