Qualità della vita, Arezzo arretra: giù affari e lavoro, giustizia, sicurezza e cultura
La 34^ indagine de Il Sole 24 Ore vede la prima volta di Udine in testa alla classifica generale, seguita da Bologna e da Trento. Foggia torna ultima e il Sud popola gli ultimi posti, dove scivolano anche nove territori del Centro Nord. Monza Brianza vince «Ricchezza e consumi» e arriva tra le prime dieci. Milano si conferma 8^, Firenze scende 6^, Roma è 35^ e perde quattro posizioni.
Arezzo
Arezzo, che nell’indagine 2022 aveva recuperato 4 posizioni (37^, proveniente dalla 33^), nell’indagine 2023 ne perde 8 (45^), pur rimanendo sopra metà classifica. Il territorio aretino riporta indicatori in incremento per quanto riguarda “Ricchezza e consumi” (+13) e “Ambiente e servizi” (+23). Vanno male tutti gli altri: “Affari e lavoro” -13, “Giustizia e sicurezza” -10, “Demografia e società” -12, “Cultura e tempo libero – 12.
Toscana
Toscana indietro tutta: se nel 2022 poteva vantare tre province nelle prime dieci posizioni, quest’anno arriva una sonora bocciatura: Firenze passa dal terzo al sesto posto, Siena e Pisa escono dalla top ten. La città del Palio, quarta nel 2022, fa registrare la peggiore performance in assoluto su scala nazionale, perdendo di 26 posti: «Ricchezza e consumi» (persi 27 posti), «Affari e lavoro» e «Cultura e tempo libero» (rispettivamente 12 e 15 posizioni in meno). La città della torre pendente fa un passo indietro di undici posizioni, da decima a ventunesima. L’unica nota positiva è Prato, che fa un balzo in avanti di 14 posizioni, passando dal 45° al 31° posto. Indietro Grosseto (74esima, -17, ultima in regione), Massa-Carrara (72, -12), Livorno (66, -14) e Lucca (63, -16). Giù anche Arezzo (45esima, -8), mentre Pistoia stabile al 64esimo posto.
Italia
Per realizzare la sua classifica annuale il Sole 24 Ore utilizza 90 indicatori, divisi in 6 grandi categorie: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza” e “cultura e tempo libero”. L’obiettivo è misurare il benessere nelle varie province italiane a partire dai dati relativi ai 12 mesi precedenti, che vengono forniti da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca, tra cui il ministero dell’Interno e quello della Giustizia, l’Istat (istituto italiano di statistica), l’Inps (l’ente previdenziale nazionale) e la Banca d’Italia. Per ciascuno dei 90 indicatori vengono assegnati mille punti alla provincia con il valore migliore e zero a quella con il peggiore.
Nel 2022 Firenze era stata giudicata la terza provincia italiana più vivibile, ma quest’anno ha perso tre posizioni a causa dell’aumento delle denunce di furti e rapine, di quello degli affitti e per via di alcuni nuovi parametri, come il consumo di farmaci contro l’obesità. Sono invece uscite dalle prime dieci posizioni Trieste e Bolzano: la prima è stata penalizzata dai risultati negativi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e sugli investimenti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), la seconda dal numero di scuole accessibili e di farmacie. Un altro dato negativo che ha inciso sulla qualità della vita in molte province, tra cui Rimini, Biella e Modena, è la diminuzione dei risparmi delle persone, dovuta all’aumento generale dei prezzi, dei mutui e delle bollette.
Secondo l’indagine del Sole 24 Ore, 31 delle 40 province italiane in cui si vive peggio nel 2023 si trovano nel Sud o nelle Isole, mentre solo nove sono al Centro e al Nord (Latina, Imperia, Frosinone, Alessandria, Rovigo, Grosseto, Viterbo, Rieti e Massa Carrara). La provincia con la qualità della vita peggiore è Foggia, preceduta da Caltanissetta e Napoli, rispettivamente al 106esimo e al 105esimo posto. Sulla situazione secondo la classifica incidono fattori come la bassa aspettativa di vita, il numero delle imprese in fallimento, il divario nella parità salariale tra uomini e donne (il cosiddetto “gender pay gap”), i livelli di criminalità e la disoccupazione.
Qualche curiosità: Massa Carrara è la prima provincia per numero di librerie ogni 100mila abitanti, 16 contro una media di 7,6; Vibo Valentia è quella con il maggior numero di imprese i cui titolari hanno meno di 35 anni, 12 contro una media di 8,2; e la provincia con più progetti finanziati con i fondi del PNRR è quella di Isernia: 12,3 ogni mille abitanti, mentre la media è di 4,3.