Qualità della vita, Arezzo guadagna due posizioni. Peggiora l’ambiente, virtuosi sul consumo idrico, scarsa istruzione

Pordenone al primo posto della classifica sulla qualità della vita, seguita da Trento. Nella scorsa edizione le parti erano invertite. In coda scivola Foggia. La classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni.

Nella classifica dello scorso anno, Arezzo occupava la 50^ posizione, ora ne guadagna 2 e con un punteggio di 590,10 viene fotografata alla 48^ piazza, stabilmente a metà classifica, preceduta da Trieste e seguita da Pesaro e Urbino. La provincia di Arezzo è quinta tra le toscane come qualità della vita, con  Siena a fare da battistrada alla decima posizione assoluta (prima per turismo e tempo libero), in 25^ Prato e Firenze, alla 31^, Pisa 36^. Dall’Umbria, Perugia è in 43^ posizione, poco sopra Arezzo. Nella parte destra della classifica la provincia di Grosseto, pur ben piazzata nella classifica di turismo e tempo libero (5^ assoluta), occupa la 58^ piazza, Pistoia 61^, Massa Carrara 62^, Lucca la 67^, Livorno 69^. Complessivamente, Siena è l’unica provincia toscana in condizione “buona”, mentre Arezzo, come Firenze, Grosseto, Prato, Lucca, Pisa, è in condizione “accettabile”. “Scarse” condizioni per Pistoia, Lucca, Massa Carrara e Livorno. Su “affari e lavoro” Arezzo occupa la 36^ posizione, con un’ascesa di ben 25 posizioni (nel 2019 era 61^), preceduta in Toscana da Firenze (11^), Grosseto (14^), Pisa (15^), Prato (18^) e Massa Carrara (27^). Migliora il tasso di occupazione: Arezzo è 31^ (contro la 46^ posizione del 2019). Sull’importo medio dei protesti per abitante Arezzo passa dalla 68^ alla 55^. Nei bassifondi della classifica (76) per quanto riguarda le start-up, in 45^ per tasso di disoccupazione, 33^ per numero di imprese registrate per 1.000 abitanti, 44^ per imprese cessate ogni 100 imprese attive. Viene giudicata “insufficiente” la situazione aretina nella sezione Ambiente della classifica: meno 12 posizioni, dalla 72 alla 84^, tra i cattivi con Pistoia, Massa Carrara e Grosseto. In particolare, Arezzo non sta bene per il superamento del liite orario previsto per il biossido di azoto (75^), superamento del limite orario previsto per il PM10 (54^). La provincia di Arezzo brilla sul risparmio idrico: 138 litri pro capite all’anno sull’erogato, dato che la pone al vertice come provincia più virtuosa in Italia, mentre sulla raccolta di rifiuti urbani si scivola alla 90^ piazza. Posizione n. 40 per consumi di energia elettrica, confermata la 68^ posizione per densità di piste ciclabili nei capoluoghi, la 64 per disponibilità di aree pedonali;  la disponibilità di verde urbano ci vede alla 37, ottantacinquesimi per densità di verde urbano nei capoluoghi. 58^ posizione per numero di autoveicoli elettrici, 63^ per offerta di trasporto pubblico nei capoluoghi. Male la raccolta differenziata, con una poco onorevole 84^ posizione a livello nazionale. Reati e sicurezza: Arezzo è tra le province in cui la situazione è “accettabile”, la posizione è la 50, male i reati sessuali (la provincia è 68^). Peggiora notevolmente la situazione dei reati connessi al traffico di stupefacenti: si passa dalla 68^ alla 90^. Da noi pochi furti d’auto (11^), più scippi e borseggi (65^), furti in appartamento (62), rapine in uffici postali e banche (81^ posizione), tante frodi informatiche (69). Sul fronte sicurezza sociale (36^ posizione) la situazione aretina è accettabile, male i parametri “Istruzione e formazione”: qui Arezzo è 71^ in Italia, con situazione “Scarsa”, così come nella graduatoria “Sistema salute”, dove siamo alla 69^. Si noti come questo capitolo sia la “dimensione aggregata sulla dotazione di posti letto in reparti ospedalieri ad alta specializzazione e su quella di apparecchiature diagnostiche”. Buona la situazione della voce “tempo libero”, dove Arezzo è 21^ (Siena 1^ in Italia, Grosseto 5^), “accettabile” il parametro “Reddito e ricchezza”: Arezzo perde tre posizioni, ora è 52^. 

Per quanto riguarda le prime posizioni ci sono due nuovi ingressi: Vicenza (era 14^) e Padova (11^). Il salto più alto è di Ascoli Piceno: dalla 37^ alla 5^ posizione, prima per sicurezza sociale e terza reati e sicurezza. Effetto Covid, anche se tutti gli effetti indiretti, come ad esempio quelli su reddito, saranno fotografati dalle statistiche ufficiali solo tra qualche anno: le province più colpite dalla prima ondata della pandemia sono quelle che perdono più posizioni in classifica generale. Bergamo scende dal 26esimo posto dell’anno scorso al 40esimo di quest’anno, Lodi perde 37 posizioni, Milano 16, Piacenza 41, Cremona 46.

Esaminando, invece, le posizioni di fondo, sopra Foggia è stabile Crotone, mentre Agrigento sale due gradini. Quanto a Foggia, si piazza all’ultimo posto. Deludono le grandi aree urbane: per trovare Milano bisogna scendere alla posizione 45 (era 29^); Roma è al 50° posto (ma in risalita dal 76°), Torino al 64° (dal 49°) Napoli è in coda (103^, era terzultima).

Bolzano e Bologna aprono la classifica di “Affari e lavoro”, mantenendo le posizioni di vertice già ottenute in passato, così come Trento, che al terzo posto di nuovo conferma i piazzamenti già ottenuti negli ultimi anni. Ultima in classifica, come nel 2019, è Crotone, per l’ambiente Trento si classifica al primo posto seguita da Milano, Pordenone e Sondrio. Le province che figurano nelle posizioni di testa sono 21, come nella passata edizione, ma vedono l’esclusiva presenza di province dell’Italia settentrionale. Come lo scorso anno, chiude la classifica Catania.

Quanto a reati e sicurezza, Ascoli Piceno è la provincia più sicura d’Italia, confermando gli ottimi piazzamenti già conseguiti nelle passate edizioni. Seguono Nuoro, Treviso e Oristano, che a loro volta confermano la presenza nelle zone alte della classifica. Rimini chiude la classifica in ultima posizione per il terzo anno consecutivo. L’aspetto della sicurezza sociale quest’anno comprende indicatori utili a catturare l’effetto determinato dall’attuale crisi pandemica come la variazione nella mortalità e l’incidenza dei casi registrati di Covid-19. La provincia che quest’anno apre la classifica è Imperia, con un balzo di 89 posizioni, seguita da Benevento, Ascoli Piceno e Fermo. Le province del Sud tornano a figurare nel gruppo di testa, invertendo una tendenza consolidatasi nelle passate sette edizioni. Nel gruppo di coda Bergamo, Lodi, Sondrio e Cremona.

Trento si classifica in prima posizione anche per istruzione e formazione, a seguire altre tre province del Nordest, Bologna, Trieste e Udine. Ultima in classifica è Crotone. nel sistema salute, confermando il risultato già conseguito, Isernia si classifica al primo posto, seguita da Terni, Cagliari e Catanzaro. Le posizioni di coda vedono 6 città dislocate nel Nordovest, Cuneo, Vercelli e Asti; Como; Imperia e La Spezia. Anche il Nordest figura nel gruppo di coda con 6 province, fra cui Trento; Vicenza e Treviso; Trieste e Gorizia; Reggio Emilia.

Per il tempo libero e il turismo Siena si conferma al primo posto, confermando i piazzamenti conseguiti nelle sei passate edizioni, così come Rimini, Aosta e VerbanoCusio-Ossola, mentre Grosseto si piazza in quinta posizione. Chiude la classifica, come negli anni precedenti, Crotone. Infine,  Milano conferma il piazzamento già ottenuto lo scorso anno per reddito e ricchezza e apre la classifica sul tenore di vita. A seguire nel gruppo di testa c’è Bologna, che a sua volta conferma il secondo posto del 2019, poi Aosta e Parma. Chiude la classifica, come lo scorso anno, la provincia di Crotone.

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