Sanità toscana campo di battaglia delle regionali: Chiassai rilancia il referendum, Croci punta il dito sui tagli del governo Meloni
![Chiassai Martini_Barbara Croci](https://www.arezzo24.net/wp-content/uploads/Chiassai-Martini_Barbara-Croci.jpg)
Una battaglia, quella sull’impostazione della sanità regionale, “Aslone sì, Aslone no“, tanto per intenderci, destinata a infiammare la campagna elettorale. Lo scontro sulla sanità toscana si inserisce in un clima politico sempre più acceso, con le elezioni regionali all’orizzonte. Da un lato, il centrodestra con Chiassai e la sua richiesta di referendum per smantellare le mega ASL; dall’altro, il Partito Democratico, che difende la gestione regionale e accusa il governo nazionale di tagliare le risorse. A dieci anni dalla riforma che ha ridotto il numero delle ASL toscane da dodici a tre, il dibattito sulla sanità regionale torna dunque ad infiammare la politica. A riaccendere per prima il dibattito sulla questione, il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, con l’annuncio del lancio di una nuova raccolta firme per un referendum popolare che riporti la gestione sanitaria a livello provinciale, denunciando il peggioramento dei servizi e la crisi del sistema. Ma dal Partito Democratico aretino arriva una replica netta: “Il problema non è la riforma delle ASL, ma i tagli del governo Meloni alla sanità pubblica”.
“Sistema sanitario al collasso, servono ASL più vicine ai territori“. Così il primo cittadino di Montevarchi, che esprime preoccupazione per la gestione della sanità in Toscana, puntando il dito contro la riforma del 2015, che avrebbe “allontanato la gestione dai territori, provocando il sovraccarico delle strutture, l’aumento delle liste d’attesa, la carenza di personale e la difficoltà di accesso ai pronto soccorso“.
“Quando il personale ospedaliero scende in piazza a protestare, significa che si è toccato il fondo – ha dichiarato Chiassai Martini –. Già nel 2015 mi sono opposta alla creazione delle mega ASL, raccogliendo 45.000 firme, ma l’allora governatore Enrico Rossi impedì il referendum smembrando la legge. Oggi, dopo un decennio, tutti i cittadini possono vedere gli effetti negativi di questa riforma”.
Chiassai sottolinea il crescente deficit della sanità regionale, “passato da 200 milioni sotto Rossi, poi a 500, ora a 1 miliardo sotto Giani, nonostante l’aumento dell’Irpef“. Per questo ha annunciato “una nuova raccolta firme a partire dal 20 febbraio, con l’obiettivo di ottenere almeno 30.000 adesioni” e chiedere un referendum per il ritorno alle dodici ASL provinciali o comunque per una gestione più decentrata.
“Mi chiedo se stavolta il governatore Giani permetterà ai cittadini di esprimersi o se userà gli stessi strumenti per impedirlo”, conclude la sindaca.
Le dichiarazioni di Chiassai suscitano la dura reazione del Partito Democratico, che attribuisce le difficoltà del sistema sanitario toscano alle scelte dell’esecutivo nazionale di centrodestra: “Chiassai attacca la Regione ma ignora i tagli del governo Meloni”, si legge nella replica all’iniziativa di Chiassai Martini.
Stefano Cuccoli, medico con delega alla Sanità nella segreteria provinciale del PD di Arezzo, risponde con fermezza:
“Non è la riforma delle ASL il problema, ma i continui tagli del governo Meloni alla sanità pubblica. Il Fondo sanitario nazionale viene impoverito di anno in anno, con una riduzione delle risorse disponibili per le regioni. Nessun euro è stato stanziato per ridurre le liste d’attesa e la tanto promessa rimozione del tetto alle assunzioni sanitarie è stata disattesa. La Toscana resta tra le migliori regioni per qualità e quantità dei servizi offerti, ma il governo centrale non sta facendo nulla per sostenerla”.
A sostegno di questa posizione, la segretaria provinciale del PD, Barbara Croci, evidenzia gli sforzi della giunta regionale guidata da Eugenio Giani:
“La Regione Toscana ha investito oltre 300 milioni dal proprio bilancio per compensare i tagli nazionali e continuare a garantire servizi extra LEA che altrove non esistono. Inoltre, ha varato un piano straordinario per ridurre le liste d’attesa e ha avviato nuovi concorsi per garantire medici nelle aree interne”.
“Chiassai fa propaganda, mentre il Valdarno ottiene nuovi medici“.
Dal PD arriva anche un’accusa di strumentalizzazione politica, evidenziando che l’annuncio della raccolta firme è arrivato proprio il giorno in cui la ASL conferma nuove assunzioni per l’ospedale Santa Maria alla Gruccia nei reparti di psichiatria, radiologia, medicina trasfusionale, ginecologia, chirurgia e neuropsichiatria infantile.
“I risultati si ottengono con un lavoro serio e costante, come dimostra la Conferenza dei Sindaci del Valdarno, presieduta da Valentina Vadi, che ha ottenuto risposte concrete dalla ASL – affermano i segretari territoriali valdarnesi del PD –. Se Chiassai tenesse davvero alla sanità pubblica, invece di lanciare referendum propagandistici, dovrebbe convincere il suo governo a investire nel sistema sanitario invece di smantellarlo a favore della sanità privata”.
La raccolta firme annunciata per il 20 febbraio sarà il primo banco di prova per capire quanto il tema sanitario possa diventare centrale nel dibattito politico toscano dei prossimi mesi.