Sgarbi: “Prestito del San Francesco, tutto regolare” Ar24Tv
“Nel 2015 portai il dipinto all’Expo di Milano senza alcun problema e la Soprintendenza non ebbe nulla da eccepire. L’opera ebbe notorietà crescente, legittimo l’orgoglio di Castiglion Fiorentino, dove il capolavoro di Bartolomeo Della Gatta risiede in un allestimento non particolarmente attraente, anzi primitivo. Poi la richiesta di Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, dove è stata esposta alcuni mesi per poi rientrare. Sono quello che più di tutti ha parlato di quest’opera, conosco le leggi, Brandi dice bugie, ricostruisce in maniera romantica sottintendendo che ci sia stato il solito prepotente. Ho agito in perfetta coerenza con le disposizioni del Ministero“. E’ la replica del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, affidata ai social, all’articolo di Arezzo24 a firma Paolo Brandi relativo al prestito dell’opera di Bartolomeo Della Gatta al Mart di Rovereto. L’opera, come evidenziato in una lettera della Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo inviata al Comune, rientra tra quelle per cui “l’autorizzazione al prestito è esclusa dalle deleghe dei Soprintendenti“. “L’ottimo sovrintendente Nannini, con un’azione sofisticata, ha dichiarato la propria incompetenza – precisa Sgarbi – pur esprimendo parere tendenzialmente non favorevole. Se il dipinto deve “riposare”, può farlo anche al Mart di Rovereto. Se la Soprintendenza è incompetente, scusa Brandi, qualcuno sarà competente, cioè il Ministero, essendo l’opera più grande di 160 cm. Lo dice una norma, citata dalla Soprintendenza stessa. Non è quindi strano l’intervento di due esperti dell’Opificio delle Pietre dure“. Poi ammette: “Se vogliamo chiamarla moral suasion, chiamiamola così: ho solo chiesto, da presidente del Mart, di fare quello che spetta al Ministero“. “Perché – conclude Sgarbi – sarebbe meglio proibire che consentire?”.
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