Un anno senza Pablito. Ciccio Graziani: “Resta il suo sorriso, scandaloso mancato omaggio al Pallone d’oro”

Riviviamo oggi l’ondata di affetto e commozione che il 9 dicembre 2020 centinaia di sportivi, ex atleti e vip, riversarono nei confronti di Paolo Rossi, oltre alle condoglianze e alle parole di stima di milioni di appassionati e dei suoi compaesani di Bucine, dove risiedeva con la famiglia da anni e dove gestiva “Poggio Cennina”, un resort di lusso. Paolo Rossi manca a tutti, in particolare ai suoi compagni del Mundial ’82, a quelli che con lui hanno giocato nei vari club in cui ha militato e persino a tutti i suoi avversari. Un affetto universale e trasversale. “Stamani, quando mi sono alzato, ho guardato il cielo e ho pensato al mio amico Paolo. E’ ancora con noi il suo ricordo e il suo sorriso“. E’ commosso Francesco Graziani, mentre ricorda in diretta a Radio Sportiva il compagno di squadra e amico del cuore Pablito a un anno dalla scomparsa. Ciccio rammenta le parole dello stesso Paolo, riportate nel volume autobiografico “Ho fatto piangere il Brasile”, scritto con il giornalista Antonio Finco, edito da Limina ed uscito nel 2002, in cui raccontava “che uno qualsiasi, uno normale, può farcela. Non ero un fenomeno atletico, non ero neanche un fuoriclasse, ma ero uno che ha messo le sue qualità al servizio della volontà. Mi pare un buon messaggio, non solo nello sport”. “Lui era così – dice ancora Ciccio – non potevi non volergli bene, la sua scomparsa è una tragedia per tutti noi, la vita sa essere bella, a volte atroce come in questo caso“. Ma è risentito e a ragione, Francesco Graziani, quando ricorda come France Football, organizzatrice del Pallone d’Oro, si sia “dimenticata” di Pablito: “In quell’occasione sono stati infatti citati sia Diego Armando Maradona che Gerd Muller, scomparsi proprio nel periodo trascorso dalla consegna del 2019 a oggi. Tuttavia, gli organizzatori della rivista mensile France Football si sono dimenticati di fare lo stesso con Paolo Rossi, vincitore del premio proprio nel 1982. Inaccettabile“. Quelli di France Football pare si siano nel frattempo scusati con la moglie di Paolo, Federica Cappelletti: “Accettiamo le scuse con difficoltà“, dice un amareggiato Francesco Graziani. Meno male che almeno la FIFA non si è dimenticata di Paolo Rossi, anzi: il Museo della Fifa di Zurigo, insieme alla vedova Federica Cappelletti-Rossi, alcuni dei suoi compagni della squadra vincitrice dei Mondiali di Spagna 1982 e altri ospiti, tra i quali funzionari e tifosi, onoreranno oggi l’eredità di Paolo, leggenda del calcio italiano. Fra le iniziative legate all’evento, l’annuncio della collaborazione con la mostra “Un Ragazzo d’Oro”. Inoltre saranno consegnati ufficialmente al Museo della Fifa vari oggetti per l’esposizione permanente. Per i campioni del mondo del 1982 presenti a Zurigo un momento speciale. I giocatori rivedranno la Coppa del Mondo originale e potranno prenderla in mano dopo quasi 40 anni dalla indimenticabile notte di Madrid. Intanto, mentre procede la raccolta firme e va avanti la proposta di legge per intitolare a Paolo Rossi lo Stadio Olimpico di Roma, è appena uscito “Per sempre, noi due”, libro scritto da Federica Cappelletti in cui racconta il lato più umano di Paolo, dalla malattia che solo la moglie conosceva, agli aneddoti di quando giocava a calcio, alla loro storia d’amore. 

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