Una questione antica quasi quanto il Saracino: loro si e noi no. Eppure la Giostra è più “bella”, senza offesa
Lo ignora storicamente e sistematicamente. Mistero. Oppure no.
Notoriamente i palinsesti televisivi a giugno si svuotano e a settembre non sono ancora ripartiti. Ogni estate ci sorbiamo repliche su repliche di programmi già visti e rivisti. La diretta della Giostra susciterebbe interesse e curiosità rispetto alla Piazza più bella del mondo e alla città che la contiene, verso quella scenografia di musici, sbandieratori, figuranti, quartieristi, in un contesto di bellezza assoluta ed incontestabile.
Senza eguali. È oggettivo. Il sogno di ogni regista e di ogni commentatore: immagini sbalorditive e narrazione di storia, storie, enfasi, attesa, emozioni.
Non c’è Palio che tenga, di Siena o Asti che sia, Quintana di Foligno o Ascoli, oppure Festa dei ceri di Gubbio, a più riprese teletrasmesse dalla Rai.
Non si venga a ribadire la storiella dei tempi televisivi, perché, non me ne vogliano i vicini senesi, il pre Palio è “inguardabile” dal punto di vista televisivo e il loro evento diventa palpitante solo nei 3 minuti finali. La Giostra è scenograficamente sontuosa dall’inizio alla fine, si compone di dettagli e intelligenza del “gioco” sopraffini, inarrivabili.
Per questo, l’ostracismo della Tv di Stato rispetto alla “copertura” della Giostra del Saracino di Arezzo è inspiegabile.
Qualcuno eccepirà sul tema, evidenziando che non si tratta di una questione rilevante, che sono altri i problemi.
Eppure.
Eppure la “diretta Rai” della Giostra sarebbe fondamentale per la promozione della città, per la sua notorietà e il suo sviluppo turistico. Non tanto per le due domeniche di giugno e settembre, che registrano sempre il “sold out”, quanto per la promozione “permanente”, “continuativa”, di un centro storico che necessita di visibilità. Si, perché poi si sa come vanno le cose: dalla diretta Rai “monterebbe” l’onda lunga di filmati sul web e la “viralità” sarebbe assicurata. Uno “storytelling” ben fatto, anche con l’ausilio di cronisti “indigeni” competenti di Giostra (sono certo che i volontari non mancano) diventerebbe strategia di comunicazione persuasiva, grimaldello per una ricaduta positiva di cui potrebbe giovarsi tutta la città.
Viene da pensare che a qualcuno faccia “comodo” che la massima espressione tra le manifestazioni cittadine, quella più partecipata e palpitante, resti relegata tra le mura aretine, avvalendosi di copertura mediatica ardimentosa e valente, ma prettamente “locale”. Insomma, continuiamo a raccontarcela tra di noi, ce la suoniamo e ce la cantiamo. Se così non fosse, Sindaco e assessore competente, un bel viaggio, destinazione Viale Mazzini a Roma, potrebbero organizzarlo. Le foto che accompagnano la richiesta della diretta ce le possiamo mettere noi.