Variante alla Strada regionale 71, Brandi: “destinata a rimanere un sogno”
Paolo Brandi, sindaco di Castiglion Fiorentino dal 2001 al 2011, ha seguito il tema delle infrastrutture, compreso quello della Sr71, interviene sul dibattito apertosi relativamente alle annose problematiche dell’importante arteria regionale.
Dico subito che concordo in minima parte con le sue considerazioni. Che la Sr 71 sia definita la strada “nera” per la sua alta pericolosità, non lo dice qualche menagramo, ma i rapporti degli enti preposti al controllo. Per questo non comprendo la posizione di Agnelli per cui una possibile variante all’attuale strada regionale danneggerebbe taluni interessi economici. È sbagliato subordinare all’interesse economico di pochi, come fa Agnelli, la sicurezza delle persone. Io parto da un altro principio, per me la vita umana e la sicurezza non hanno prezzo. Anche perché non capisco quale danno potrebbe provocare una viabilità alternativa alle attività economiche castiglionesi. Il traffico locale continuerebbe infatti a viaggiare tranquillamente sul vecchio tracciato e affermare che una nuova SR 71 nuocerebbe a fruttivendoli ed edicole fa sorridere.
Brandi, dritti al punto: la variante alla Sr71 è possibile?
Ho la brutta sensazione che la variante alla SR 71 non si farà. Non mi risulta ad esempio che sia stata inserita tra le priorità del PNRR e perdendo questa opportunità forse ne riparleremo tra 100 anni, quando qualcuno avrà già inventato l’auto che vola.
In attesa delle auto volanti, cosa fare?
Il tema immediato e non più rinviabile è quello dei miglioramenti da apportare nei tratti urbani, per rendere fluido il traffico e sicura la viabilità. E questi tratti, è bene ricordarlo, sono di competenza dei comuni. Cosa vieta a Castiglioni di investire in marciapiedi e illuminazione nel tratto di Cozzano? Cosa vieta la progettazione di due nuove rotonde una all’incrocio con via Cosimo Serristori e una in via del Palazzuolo? Cosa vieta di realizzare un’area di sosta per gli autobus in fondo a via Adua? Cosa vieta una illuminazione nel rettilineo che corre verso Montecchio? Perché non farsi promotori di una sorta di metropolitana di superficie per consentire collegamenti rapidi col capoluogo?
In cosa quindi la convince l’intervento di Agnelli?
Quando parla della necessità di rivedere i collegamenti con l’autostrada e la viabilità a servizio delle aree produttive e verso l’ospedale. Per esempio le aree produttive di Castiglion Fiorentino oggi risultano tagliate fuori dalle grandi arterie stradali e questo le rende meno appetibili di altre aree collocate nei comuni vicini. In questo senso il recupero della zona dello zuccherificio passa da una rivisitazione delle infrastrutture. Ma anche in questo caso non mi risulta che le infrastrutture siano tra le urgenze alle quali stanno lavorando i Comuni in vista dei bandi del PNRR. Una carenza di progettazione di area che pagheremo negli anni futuri.
Eppure la Valdichiana per sua natura si trova al crocevia di strade che arrivano da Perugia, Arezzo, Valtiberina e Siena. E’ centrale e strategica.
Manca però un quadro d’insieme di come sfruttare al meglio la centralità della Valdichiana. Una centralità che se valorizzata porterebbe a ricadute notevoli sul turismo e sulla attività economiche. Invece prevale la logica del NO e degli egoismi di campanile. No a nuove strade, no a nuovi insediamenti commerciali. Quando leggo che bloccare nuove licenze o spostamenti di supermercati a Castiglion Fiorentino significa favorire il piccolo commercio io ci vedo una presa in giro. Oggi nel nostro comune abbiamo 6 strutture di media distribuzione, cui si aggiungono grossi spacci commerciali nelle zone periferiche. Siamo davvero convinti che una attività in più rovinerebbe il commercio tradizionale? Se invece la motivazione di Agnelli per questo blocco delle attività commerciali, è evitare consumo di suolo, allora mi trova d’accordo. Ma cosa accadrebbe se arrivasse un imprenditore che vuol recuperare un’area produttiva dismessa? Niente gli impedirebbe di fare un centro commerciale. Io credo che per difendere il commercio di vicinato non servano politiche protezionistiche di vecchio stampo, bensì una visione illuminata che guardi al futuro, implementare la residenza nei centri storici, sgravi fiscali, la cultura come volano di crescita.
Il PNRR può avere una ricaduta? Come gestirlo al meglio?
Quelle che scarseggiano sono le idee sullo sviluppo che si vuol dare di Castiglioni. Solo un paese turistico? Non basta, perché di turismo non si vive tutto l’anno e i livelli occupazionali non sono costanti. Peraltro l’abbiamo visto con la pandemia, basta un imprevisto per bloccare tutta la macchina. Io credo che Castiglioni debba recuperare la sua vocazione produttiva tenendo conto delle sei mission del PNRR. Ci vogliono progetti innovativi legati alla agricoltura e all’ambiente. Io mi domando perché in Maremma arrivano milioni di finanziamenti per il potenziamento delle industrie di trasformazione e da noi arrivano solo le briciole? Sarà bene uscire dalla bolla mediatica e cominciare a fare i conti con la realtà.