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giovedì | 24-04-2025

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Buitoni, cala il sipario: Newlat abbandona lo storico marchio, Nestlé non rinnova la licenza

Buitoni, fine di una storia iniziata nel 1827 a Sansepolcro su iniziativa di Giulia e Giovanbattista Buitoni. Dopo tredici anni non è stata riconfermata la concessione da parte della multinazionale Nestlé, detentrice del logo, al gruppo Newlat Food Spa, che nel 2008 acquisì lo storico pastificio aretino di produzione di pasta e prodotti da forno. Certo, la fabbrica rimane, ma potrà produrre solo con altri brand, sempre di proprietà Newlat, come Delverde. L’azienda agroalimentare italiana con sede a Reggio Emilia ha tra i suoi marchi Giglio, Polenghi Lombardo, Buitoni (fino a ieri), Delverde. Troppo caro il canone annuale da riconoscere alla multinazionale Nestlé per l’utilizzo del nome, oltre 1,7 milioni di euro e scarsa la revenue. La scelta di abbandonare lo storico marchio è motivata dalla volontà di puntare su linee proprie come Delverde, che ha un posizionamento più alto, ma anche dall’elevato costo delle royalties versate a Nestlè, 22 milioni di euro investiti dal 2008, tanto da aver indotto Mastrolia, presidente esecutivo di Newlat e, con la sua famiglia, azionista di controllo della società, a confessare che “anche nello scenario peggiore, con perdite dell’80% nella pasta e del 20% nei prodotti da forno, l’impatto sulla redditività aziendale sarebbe stato neutro“. Il marchio Buitoni rimane di proprietà del Gruppo Nestlé, presente in 187 paesi: l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866, per diciotto mesi si impegna a non vendere il brand Buitoni, che evidentemente non trova più spazio tra gli oltre 2 mila marchi, tra locali e globali, di proprietà del colosso. Non ne sarebbero certamente contenti i fondatori, Gianbattista Buitoni, barbiere di 58 anni e Giulia Boninsegni, ricamatrice di 38., che per aprire il pastificio nel 1827 diedero alcuni beni in pegno. Da quel momento, per cinque generazioni, avrebbero scritto la storia dell’alimentare italiano nel mondo, insieme ai successori Francesco Buitoni e Luisa Spagnoli, che nel 1907 fondarono la Perugina e nel 1928 il brand Luisa Spagnoli. Una famiglia protagonista della vita imprenditoriale italiana, che ha fatto la fortuna economica della Valtiberina, con centinaia di posti di lavoro creati e un indotto importante, diffuso ben oltre i confini biturgensi. Ora la fine di un’epoca.
 
La storia di Buitoni
 
Questa è la storia di un sogno realizzato da due persone, unite dall’amore e dalla passione per il cibo italiano. Tutto iniziò nel 1827, in una piccola città della Toscana conosciuta con il nome di Sansepolcro, dove vivevano una tessitrice chiamata Giulia, più famosa per la sua pasta che per il suo lavoro, e suo marito, un barbiere chiamato Gianbattista Buitoni con il sogno di avviare un’attività dove produrre pasta che potesse portare gioia e unione sulla tavola di molte persone.  La voglia di reinventarsi e lo spirito all’avanguardia di Giulia e Gianbattista Buitoni era chiaro già nel 1827, quando Giulia impegnò il suo unico cimelio, una collana di corallo arancione, così da riuscire a comprare alcune macchine rudimentali e far sì che il sogno diventasse realtà.   La loro pasta diventò ben presto la più richiesta in città grazie all’ingrediente segreto di Giulia: grano duro di ottima qualità proveniente da un paese distante 600 km da Sansepolcro. Da lì Giulia inizio a reinventare con grande maestria le sue ricette, ad esempio introducendo per prima anche le verdure all’interno dei suoi impasti, così da aiutare i bambini a mangiarne maggiormente e proponendo anche sfoglie e pizze. Grazie alla sua inventiva riuscì addirittura a trovare il modo di estrarre le proteine ricche di glutine dalla farina per arricchire gli impasti in un periodo in cui i cibi proteici erano costosi e difficili da trovare. Così i due coniugi reinventarono l’arte della cucina tradizionale italiana in termini di inclusività e innovazione. Ed è grazie a questo spirito che nacque l’azienda. Dopo la morte del marito, Giulia gestì l’azienda per 37 anni, assumendone il ruolo di guida (una rivoluzione per quei tempi) e infondendo ancora di più il suo amore per la tradizione e la sua fantasia a tutti i livelli. Il lavoro e la passione di Giulia hanno contribuito a rendere Buitoni una marca leader di mercato. Tutto è iniziato con un piccolo sogno in una piccola città. Poi Buitoni ha varcato i confini nazionali. Fino ad oggi.

Immagini: da sito internet Buitoni

 

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