Caro energia, lavanderie artigianali in crisi. Le proposte di CNA Tintolavenderie

“D’altronde, non potrebbe essere altrimenti visto che – spiega Andrea Cherubini  presidente di CNA Tintolavanderie Arezzo – il costo dell’energia incide per il 50/60% sui costi fissi dell’impresa”. Il settore sta vivendo un momento particolarmente delicato: “So che il male è comune, e può sembrare perfino banale ripeterlo, ma il nostro comparto vive di energia elettrica e di acqua. Molti colleghi hanno riorganizzato il servizio, lavando meno spesso e quindi allungando i tempi di consegna dei capi, per riuscire a contenere in qualche modo il listino prezzi. Il nostro margine di guadagno, negli anni, si è ridotto sempre di più, con questi eventi siamo arrivati a livelli veramente preoccupanti”. 

Sulle considerazioni di Cherubini aleggia l’ombra della speculazione: “Non vorrei che aumenti di tale portata fossero dettati, più che dalla guerra tra Russia e Ucraina, da logiche di tipo speculativo. Sembra il classico scenario in cui, pur nell’evidenza di una crisi, c’è chi ne approfitta per diventare sempre più ricco, mentre le classi medie vanno scomparendo e i poveri diventano sempre più poveri. Una volta, il servizio delle lavanderie era appannaggio di poche persone, tutte molto abbienti. Vogliamo tornare a quei tempi?”. 

Mai come in questo caso, la soluzione è delegata all’ambito politico: “Noi dal canto nostro stiamo cercando di trovare la quadra. Con il progetto “Lav Cost” stiamo cercando di rendere consapevoli in primis gli operatori, e poi i clienti, di quale sia il costo esatto per il servizio che offriamo. Si può lavare e stirare in molti modi, ma noi preferiamo quello corretto, che garantisce pulizia e igiene. Per la questione dei costi, spero vivamente che si trovi una soluzione al più presto”.

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