Dal cuore della città alla “via amaranto”: lo stadio di Arezzo come nuovo spazio sociale

Il progetto per il nuovo stadio “Città di Arezzo” rappresenta un esempio concreto dell’efficacia della recente legge sugli stadi. Presentato a fine gennaio dalla società amaranto, il piano ha ricevuto l’approvazione del Comune in soli 59 giorni, rispettando le tempistiche previste dalla normativa vigente. L’architetto Carlo Antonio Fayer, incaricato della progettazione attraverso M28Studio in collaborazione con Studio SPSK, ha sottolineato a “Calcio & Finanza” l’importanza di questa celerità decisionale: “La legge sugli stadi ci ha permesso di avere una risposta dal Comune entro i 60 giorni fissati secondo le norme attuali. Gli uffici comunali preposti hanno inoltrato il loro responso al 59esimo giorno” .

L’architetto Carlo Antonio Fayer
Fayer ha evidenziato come la nuova legislazione offra tempi certi ai proponenti e garantisca tutela alle amministrazioni comunali, semplificando procedure burocratiche precedentemente complesse. Il progetto prevede la ristrutturazione dell’attuale stadio senza interrompere le attività sportive, suddividendo i lavori in quattro fasi. Questa scelta, voluta dal presidente Guglielmo Manzo, permette di mantenere l’investimento intorno ai 28 milioni di euro previsti. Fayer ha spiegato: “Questa tipologia ha i suoi vantaggi. Infatti, permette di ammortizzare l’investimento che ci impegniamo a mantenere sui 28 milioni di euro previsti” .
Un elemento distintivo del progetto è la “via amaranto”, una linea che attraverserà la città con scritte commemorative della storia del club, facilitando l’accesso allo stadio e rafforzando il legame tra la squadra e la comunità locale. Fayer ha sottolineato l’importanza di integrare lo stadio nel tessuto urbano, trasformandolo in un centro di aggregazione sociale, politica ed economica fruibile quotidianamente. Ha inoltre evidenziato la necessità di ripensare gli spazi circostanti gli stadi italiani, spesso caratterizzati da ampie aree asfaltate inutilizzate nei giorni senza eventi, proponendo una progettazione che consideri i flussi di persone già a partire da 500-600 metri dall’ingresso dell’impianto.