Dazi sui prodotti agroalimentari, Ziantoni: “Evitare i rischi di una guerra commerciale, diversificando le produzioni per aggredire nuovi mercati”

La situazione riguardo ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti continua ad evolversi, creando non poche preoccupazioni tra gli imprenditori del settore agroalimentare. Per il presidente della Federazione Alimentazione di Confartigianato Arezzo, Stefano Ziantoni, sono giornate veramente intense e frenetiche e probabilmente lo saranno ancora di più nel futuro. Un periodo che per chi si occupa di produzione vitivinicola è conciso anche con Vinitaly. La kermesse veronese, in corso in questi giorni, rappresenta un banco di prova cruciale per valutare come il mercato reagirà a questi cambiamenti, non solo in termini di dazi, ma anche rispetto alle nuove dinamiche economiche globali.
“Noi produttori ci ritroviamo a vivere, per quanto riguarda i dazi, una situazione che avevamo già vissuto 8 anni fa – esordisce Ziantoni. Al tempo eravamo stati leggermente più avvantaggiati perché era stato deciso dagli USA un dazio più alto per la Francia, con questa nuova misura noi europei siamo tutti sulla stessa barca”.
L’atteggiamento giusto da tenere secondo il presidente della Federazione Alimentare di Confartigianato è quello di apertura verso le possibilità che questa situazione può offrire, evitando di far percepire ai consumatori effettivi aumenti di costi.
“Quello che ho imparato in anni di esperienza come imprenditore è che c’è sempre una soluzione. Indubbiamente è necessario valutare attentamente i mercati, creare delle alternative commerciali, come ad esempio nuove etichette, nuovi marchi che possano superare il concetto di aumenti. C’è da considerare – continua Ziantoni – che il vino e i generi alimentari negli Stati Uniti sono molto costosi, vengono venduti a delle cifre importanti. Rispetto all’Italia sono molti i fattori da prendere in esame. L’errore più grande sarebbe però quello di scoraggiarsi. Io vedo in queste sfide una spinta a migliorare e a lavorare sempre a mente lucida, senza adagiarsi sulle stesse modalità di lavoro e sugli stessi mercati, perché di sicuro non c’è mai nulla”.
Tuttavia, il pericolo più grande, secondo Ziantoni, non risiede tanto nella gestione immediata dei dazi, quanto nel rischio di una spirale di guerre commerciali.
“Il pericolo – sottolinea Ziantoni – non è affrontare ora la situazione dei dazi applicata dagli USA, il rischio più grande è una guerra dei dazi, una spirale che si potrebbe andare a delineare. Giustamente anche l’Europa vorrà difendersi per salvaguardare i suoi mercati e a quel punto quale sarà la nuova risposta degli Stati Uniti? Una cosa è certa, dalle guerre commerciali non esce mai nessun vincitore. L’impostazione della politica commerciale estera americana è attualmente finalizzata ad azzerare il debito pubblico e per attuarla sostanzialmente si andrà ad intaccare i nostri capitali”.
Il presidente Ziantoni analizza anche l’andamento dei consumi americani e delle difficoltà che il mercato del vino nello specifico sta affrontando.
“Vorrei ricordare che stiamo parlando di un Paese che con 380 milioni di persone consuma il 75% della produzione delle risorse mondiali. E qui bisogna fare una riflessione, perché non sappiamo se questi numeri rimarranno invariati anche nel prossimo futuro. Effettivamente con la nascita dei BRICS e con uno sviluppo tecnologico che sta arrivando anche in altre parti del mondo, non sappiamo come l’equilibrio dei consumi e delle importazioni potrebbe modificarsi. Anche da Vinitaly, dove siamo impegnati in questi giorni, sarà possibile comprendere le ripercussioni che queste scelte comporteranno nel breve e lungo periodo. Indubbiamente non si prospetta un momento roseo per il settore. Se mettiamo sul piatto la proposta di apporre l’etichetta alimentare “nuoce gravemente alla salute” sui vini e su tutti gli alcolici, se sommiamo a questo l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada con le sanzioni per chi guida in stato di ebrezza, che ha creato come conseguenza un notevole calo nelle vendite, se poi a tutto questo aggiungiamo i dazi, diciamo che abbiamo all’orizzonte un periodo molto difficile da affrontare. lo lo definirei – conclude Ziantoni – un metanolo due, per quanto è complesso e su larga scala”.