Fisco vorace: le imprese aretine lavorano 183 giorni solo per pagare le tasse Ar24Tv

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“La pressione fiscale è in calo anche se, purtroppo, gli imprenditori sono costretti a lavorare fino a metà anno per un socio tanto inerte quanto esigente: l’amministrazione centrale, regionale e locale”.

È il commento di Fabio Mascagni, Presidente CNA Arezzo, di fronte ai dati del rapporto 2023 dell’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle pmi che esamina la dinamica e le differenze del total tax rate sulle piccole e medie imprese in 114 città italiane. Qui il download dei dati della ricerca {rwattachments}

“L’indagine mostra che l’anno scorso la tassazione media sulle imprese è scesa al 52,7% (dal 60,6% del 2019) grazie alla deduzione Imu del 100%, l’eliminazione dell’Irap e la rimodulazione dell’Irpef – chiarisce il Presidente Mascagni – tutti interventi sollecitati da anni da CNA. Va detto che anche se la pressione fiscale è scesa, resta comunque elevata confermandosi fra le più alte d’Europa”.

Arezzo si mantiene nelle posizioni più virtuose della speciale graduatoria nazionale della tassazione aziendale: il 9° posto su 114 città italiane (era 12esima nel 2019 su 141 comuni) ma per le imprese il barometro continua a segnare brutto tempo.

L’incidenza ad Arezzo della tassazione sul reddito d’impresa pesa complessivamente il 50,2% (era il 55,4% nel 2019): l’indicatore considera la somma versata in Irpef e relative addizionali regionali e comunali, Imu, tassazione rifiuti e i contributi previdenziali. Il Centro Studi CNA analizza i dati riferiti ad una ditta individuale manifatturiera, con un laboratorio di 350 mq, un negozio di 175 mq, 5 dipendenti, un fatturato di 431mila euro/anno e un reddito d’impresa di 50mila euro/anno. Di aziende di questo tipo Arezzo è piena.

“Il risultato più che positivo del Comune di Arezzo evidenzia in maniera inequivocabile la corretta gestione delle finanze locali che consente di regolare la pressione fiscale sulle imprese in maniera equilibrata e virtuosa – commenta il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli -. Considerando infatti che il carico fiscale locale rappresentato da Imu, Tari e addizionale Irpef grava sul totale della tassazione per il 27%, percentuale considerevole su un totale che per il restante 73% è rappresentato da aliquote fisse nazionali, questo significa che il Comune è stato in grado di operare incisivamente a favore della riduzione della pressione fiscale. Quanto emerge dall’indagine CNA è un’ulteriore conferma del lavoro attento e minuzioso dagli uffici guidati dall’assessore Alberto Merelli”.

Per il Presidente Mascagni il quadro continua ad essere sconfortante: “lo scorso 1° luglio, dopo 183 giorni dall’inizio dell’anno, è stato il giorno in cui l’imprenditore aretino ha smesso di lavorare per l’ingombrante socio fiscale e cominciato a lavorare per sé e per la sua famiglia, ma con un reddito disponibile più che dimezzato: i 50mila euro scendono infatti a 24.875 euro. Un dato positivo? Arezzo occupa il miglior posto in classifica sugli 11 comuni toscani oggetto d’indagine con una tassazione comunale stabile – evidenzia Fabio Mascagni – Nel confronto Firenze è la penultima in Toscana (più in basso Livorno al 110° posto), al 93° posto con una pressione fiscale del 54,3% ed il tax free day fissato al 16 luglio, Siena è 51esima e Grosseto 48esima.

Incredibile la differenza tra città e città a parità di tipologia d’impresa. Bolzano mantiene il primo posto con un total tax rate pari al 46,7% mentre all’ultimo posto tra i capoluoghi di provincia c’è Agrigento con il 58%. A Bolzano l’impresa deve lavorare fino al 18 giugno per pagare il socio Stato mentre ad Agrigento è necessario sgobbare fino al 30 luglio.

“Un quadro complessivo che continua ad essere insostenibile per le piccole imprese e che richiede una serie di interventi urgenti come agganciare il valore catastale degli immobili al valore di mercato, una maggiore equità nel prelievo Irpef, premiare le imprese virtuose tassandole di meno per i redditi lasciati in azienda – conclude il Presidente CNA – Tutto ciò di pari passo ad una semplificazione del sistema fiscale oggi troppo complesso e ad un ripensamento del sistema di accertamento che possa arginare l’evasione fiscale oggi stimata fino a 100 miliardi di euro”.

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