Gioielli, giovani alle prese con antiche tecniche di lavorazione

Sostenibilità, artigianalità e umanità. Sono queste le parole che caratterizzano maggiormente la sfida più grande che oggi hanno i territori interni della nostra regione e dell’Italia, che possano dare l’esempio al mondo di come le cose belle e uniche si possono creare solo attraverso le mani sapienti dell’essere umano”.

Con queste parole Denise Vangelisti parla del progetto attivato all’interno dell’azienda Freschi&Vangelisti sul fronte dell’artigianalità e sulla formazione di figure interne su tecniche antichissime di lavorazione dei metalli che sono quasi in via di estinzione come il micro mosaico e lo smalto a fuoco.

Alcune ragazze che lavorano in azienda hanno partecipato a percorsi formativi con professionisti che si trovano a Ravenna e Firenze per apprendere e poi portare un nuovo saper fare in azienda e in Casentino. Loro sono Francesca Ugolini, Federica Tozzi, Francesca Cariaggi e Irene Acciai.

Oggi in Italia ci sono solo due artigiani che sanno lavorare con la tecnica del micro mosaico che è una pratica di altissima precisione fatta con tesserine di vetro che l’azienda acquista in un laboratorio di Murano.

Denise Vangelisti spiega: “Il mosaico minuto o micro mosaico nasce a Roma nella seconda metà del ’700. Si utilizzava la tecnica della “filatura”: lo smalto veniva fuso davanti alla fiamma e ridotto in bacchette sottili. L’artista ricavava le piccole tessere da queste bacchette con l’uso di pinzette e lime. Creare cose uniche con questa tecnica significa dare un futuro all’artigianato italiano e siamo fieri di poter formare i nostri collaboratori con queste tecniche antichissime che stanno quasi scomparendo”.

Lo stesso percorso formativo è stato fatto anche per lo smalto a fuoco, altra tecnica raffinata che accoppia paste vitree a superfici metalliche, impiegate come supporto. Sorta dalla necessità di aggiungere «colore» ai metalli preziosi, è una tecnica che si colloca tra quella del vetro e l’oreficeria e nasce nel XIV secolo a.C.

Michela Nassini, HR dell’azienda commenta: “Ripensare il funzionamento dell’azienda si può fare anche costruendo un’esperienza professionale appagante e fatta di nuove conoscenze. Sviluppare e rafforzare i talenti interni non significa solo garantire all’azienda un bacino di professionisti di alto livello, ma anche fare cultura nel territorio. Il “ben fare” che unisce abilità e passione, crea prodotti che sono molto di più della funzione che svolgono, sono il futuro del territorio attraverso la manualità”.

Nella Academy interna, l’azienda ha da tempo attivato corsi specifici anche per riportare in vallata antiche tecniche come il guillochè, lo sbalzo e il cesello e l’Incisione a bulino.

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