L’Oro aretino continua a brillare: export a + 5,6%, leader in Italia con 1,6 miliardi di valore

Le specializzazioni distrettuali e i poli tecnologici toscani hanno mostrato una buona capacità di risposta e un’elevata competitività nei mercati internazionali, pur in presenza di un rallentamento della domanda internazionale a partire dal secondo trimestre, raggiungendo il valore di 15,3 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto al primo semestre 2022. E’ quanto emerge dall’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, illustrata oggi a Firenze presso la sede della Direzione Regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo, alla presenza di Maurizio Bigazzi, presidente Confindustria Toscana, e di Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo.
Il Monitor dei Distretti della Toscana al 30 giugno 2023 ha confermato ancora una volta la centralità dei distretti toscani nell’economia regionale, che rappresentano il 53% dell’export complessivo. Il comparto più rilevante per valore di esportazioni risulta il sistema moda che ha realizzato 8,3 miliardi di euro di vendite all’estero, con un leggero calo rispetto al 2022 legato principalmente alla Pelletteria e calzature di Firenze che nei primi sei mesi ha realizzato 3,3 miliardi di euro di esportazioni (-261,8 milioni; -7,4%) e al distretto dell’Abbigliamento di Empoli che si è attestato a 1,3 miliardi di euro (-58,6 milioni; – 4,4%). Per queste specializzazioni, fortemente inserite nel comparto del lusso, è opportuno sottolineare come questi risultati possano essere condizionati anche dalle politiche distributive: infatti, sia il settore dell’abbigliamento, sia la filiera della pelle mostrano importanti contrazioni delle vendite verso la Svizzera, che rappresenta un HUB logistico per queste specializzazioni, e al tempo stesso maggiori flussi verso la Francia (nazione di origine dei principali operatori) e verso i mercati asiatici (soprattutto Cina) che probabilmente prima non erano serviti direttamente. Anche il distretto del Tessile e abbigliamento di Prato, ha segnato un leggero ripiegamento rispetto all’anno precedente (-4,1%), maturato in particolare nei mercati inglese (-26,9%) e americano (-26,7%).
Continua invece il buon andamento dell’Oreficeria di Arezzo che presenta una crescita del 5,6% maturata sia nel primo trimestre, sia nel secondo trimestre; tra i tre distretti dell’oreficeria monitorati (oltre Arezzo, Vicenza e Valenza), quello aretino con 1,6 miliardi di euro si conferma come il più rilevante per valore delle esportazioni, con una dinamica migliore rispetto all’andamento della domanda mondiale di gioielli in oro. Crescite significative anche per i distretti aretini della filiera della pelle (+15,5%) e del tessile-abbigliamento (+8,8%), che scontavano però nel 2022 ancora un mancato recupero dei livelli precrisi.
Il distretto della Concia e calzature di S. Croce ha realizzato 386 milioni di euro di esportazioni, con un leggero calo rispetto al primo semestre 2022, frutto di un buon andamento delle vendite verso la Francia, che non ha però compensato le minori vendite verso Spagna, Stati Uniti e Repubblica di Corea; da segnalare comunque l’attrattività del distretto che proprio nel mese di maggio ha visto ufficializzare l’acquisizione da parte di LVMH della maggioranza della conceria Nuti Ivo, uno dei principali operatori del distretto pisano.
Trainante il settore della farmaceutica e biomedicale, che ha realizzato 3,4 miliardi di euro di esportazioni, con un incremento del 67,6% rispetto al primo semestre 2022. Il mercato principale che ha sostenuto questo risultato è quello americano, con un valore delle esportazioni che sono più che triplicate; è opportuno evidenziare come questo settore si caratterizzi per la presenza di importanti multinazionali che potrebbero quindi anche condizionare i flussi con scambi intra-firm. In ogni caso, il settore mostra una buona dinamica anche verso Francia, Polonia, Germania e Belgio. Si evidenzia, inoltre, che i due poli rafforzano il saldo commerciale con un avanzo che passa da 734 milioni nel primo semestre 2022 a 1,1 miliardi di euro nel 2023.
La filiera agro-alimentare mostra una sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente, con risultati eterogenei tra i distretti: in positivo l’Olio toscano, in linea il Florovivaistico di Pistoia e in calo il distretto
dei Vini dei colli fiorentini e senesi. È opportuno sottolineare che queste specializzazioni, possono essere influenzate, oltre che da aspetti di domanda, anche dalla situazione produttiva, come si è verificato per esempio nella campagna del 2022-23 delle olive, che a livello nazionale ha mostrato un calo del -27%.
Supera il miliardo di euro di esportazioni anche il comparto dei Mezzi di trasporto, con una crescita che ha interessato sia la Nautica di Viareggio, che la Camperistica della Val d’Elsa, la quale conferma una buona capacità di cogliere soprattutto la domanda tedesca.
Continua la crescita dell’export del distretto del Cartario di Lucca, con una crescita del +4,3%, che si attesta a 778,8 milioni di euro, mentre la componente della meccanica, con il distretto delle Macchine per l’industria cartaria di Lucca, registra un calo del -23%. Tra i distretti del sistema casa, il Marmo di Carrara registra una lieve flessione del -2,6% che si articola in un calo per il marmo grezzo del -5,3%, una sostanziale tenuta nella componente lavorata e una crescita del 30% nel comparto delle macchine per il settore estrattivo. Tra i mercati si evidenzia la riduzione delle esportazioni di pietra lavorata verso gli Stati Uniti, solo in parte compensata da commesse indirizzate agli Emirati Arabi, Marocco e Repubblica di Corea.
La dinamica dell’export dei distretti anche nei prossimi mesi non mostrerà la stessa brillantezza osservata nel 2021 e nel 2022, a causa anche dalle crescenti tensioni geopolitiche. Tuttavia l’elevata competitività raggiunta e il posizionamento maggiormente orientato verso l’alto di gamma, consentiranno alle specializzazioni distrettuali di mantenersi vicine ai livelli record di export toccati lo scorso anno.

”L’export è, indubbiamente, un importante traino per il nostro sistema economico – commenta Maurizio Bigazzi, presidente Confindustria Toscana -; ma già dai dati del secondo trimestre, seppure complessivamente positivi, si leggono i primi importanti segnali di rallentamento in alcuni settori strategici: è il caso della moda, della chimica, della carta e dell’alimentare. Benché, quindi, il trimestre si sia chiuso positivamente per il manifatturiero toscano, con un +4,9%, se lo depuriamo dal comparto farmaceutico, si sarebbe fermato in terreno negativo. Siamo di fronte ad un quadro congiunturale denso di incognite, che vede sia un calo della domanda interna che della domanda estera; e le aspettative non sono incoraggianti. Ed è in questo scenario che, come sistema confindustriale toscano, stiamo rafforzando le nostre iniziative di sostegno delle imprese verso percorsi di crescita internazionale e di innovazione digitale e sostenibile; perché le nostre imprese oggi hanno bisogno di essere così forti da avere una dimensione internazionale, innovativa e sostenibile. E in tutto questo è fondamentale il ruolo del credito in un momento di incremento dei tassi e di difficoltà di accesso è importante che banche e imprese siano alleate nel supporto all’economia”.
“L’export si conferma un driver importante per la Toscana, a testimonianza di quanto sia apprezzata all’estero la qualità delle produzioni e la capacità delle imprese toscane di posizionarsi sui mercati. Oggi tuttavia occorre intervenire anche su altre componenti per garantire la competitività delle imprese, penso all’innovazione digitale, ad obiettivi di sostenibilità, alla formazione ed alla valorizzazione del capitale umano – commenta Tito Nocentini, Direttore Regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo – . Il nostro Gruppo ha attivato un insieme di iniziative sia finanziarie che di supporto, in partnership con altri soggetti pubblici e privati, per accompagnare la continua evoluzione del sistema imprenditoriale. Un obiettivo condiviso con Confindustria, con cui il nostro Gruppo ha stipulato nel tempo vari accordi proprio per promuovere tale evoluzione, cogliendo in particolare i bisogni delle PMI in termini di credito, consulenza, formazione e, recentemente, supporto alla transizione energetica e ambientale fissata dal PNRR, in linea con il nostro programma Motore Italia Transizione Energetica”.

Intesa Sanpaolo
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