Macrì a tutto campo: “L’Italia spende in energia il doppio di Francia e Spagna”. Su Estra: “Ecco le sfide”
Francesco Macrì, Presidente di ESTRA e Confservizi, è intervenuto a Como Lake 2024, che si presenta quest’anno come il punto di incontro tra istituzioni, imprese e università coinvolte e interessate ai nuovi paradigmi della crescita economica dell’Italia e dell’area Euro Mediterranea nel suo complesso in un contesto globale multipolare.
Sul contesto nazionale ed Europeo “non potrei non sottolineare le importanti sfide che oggi ci troviamo di fronte. Sfide che non riguardano esclusivamente il settore delle imprese energetiche, ma che si intrecciano con il destino economico e sociale del Paese e dell’Europa”, ha detto Macrì in apertura d’intervento.
La transizione energetica
“rappresenta sicuramente uno dei temi cruciali e dirimenti del presente e dell’immediato futuro. Inoltre, se già di per sé si presenta come di difficile risoluzione, un ulteriore elemento di complessità che dobbiamo considerare è, purtroppo, rappresentato dal mutato e aggravato contesto geopolitico, che ci impone ancor di più un ragionamento profondo sulla direzione da prendere. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo dovuto fare i conti con una nuova realtà, nella quale si è configurata la necessità di aprire a nuovi mercati di approvvigionamento e nuovi vettori”.
L’autonomia energetica: spendiamo il doppio di Francia e Spagna
“Una situazione di criticità che oggi è sicuramente migliorata ma che ci ha fatto comprendere come il tema dell’autonomia energetica per l’Italia sia un obiettivo da perseguire con decisione. Perché è sempre di più, un tema di sicurezza energetica e di competitività del nostro sistema economico (per i costi energetici spendiamo il doppio di Francia e Spagna e il 40% in più della Germania, il 25% in più rispetto alla media europea). Anche per questo motivo, la questione della transizione energetica, e soprattutto di come si deciderà di portarla avanti, si pone come il crocevia decisivo del nostro sviluppo, non solo ambientale ma anche economico e sociale, chiamandoci a scelte di responsabilità e visione”.
Decarbonizzazione senza ideologismi ma con pragmatismo
“Negli ultimi anni, l’Europa ha tracciato una strada ambiziosa verso la decarbonizzazione, una direzione che condividiamo. Tuttavia, sono estremamente convinto che questa transizione non potrà essere realizzata seguendo dogmi ideologici o visioni univoche che impongono una sorta di “sostituzione etica dei vettori e degli impieghi, dall’alto”. Deve essere, piuttosto, anche il frutto di un processo dal basso, inclusivo, che tenga conto dei bisogni specifici dei territori, senza lasciare indietro nessuno, e che includa tutti i vettori energetici disponibili. Nel segno di una netrualità tecnologia. A questo proposito, risulta quantomai necessario un approccio pragmatico, che guardi non solo all’obiettivo finale, ma anche ai passi intermedi, e che metta al centro la coesione sociale e l’equità economica e la competitività delle ns aziende. Solo così potremo evitare che interi territori, comunità, settori produttivi rimangano esclusi dai benefici del cambiamento. Sul tema delle energie rinnovabili, ad esempio, siamo tutti consapevoli del ruolo centrale che esse giocheranno nei prossimi anni. Tuttavia, faremmo un gravissimo errore se immaginassimo un futuro legato ad un unico vettore. Per garantire competitività e sempre maggiore autonomia, che in questo scenario è anche sinonimo di sicurezza, al nostro Paese, è necessario ragionare in termini di una diversificazione delle fonti energetiche”.
Estra: diversificazione e comunità energetiche
“Per quanto riguarda l’esperienza di Estra, in questo momento la sfida è duplice: da un lato, dobbiamo continuare a garantire una distribuzione sicura ed efficiente del gas, dall’altro, è necessario guardare al futuro con determinazione. Per questo stiamo lavorando intensamente con progetti attivi nell’eolico, nel fotovoltaico e nella costituzione di comunità energetiche. Ma proprio per il principio della diversificazione, stiamo portando avanti un impegno importante nel biometano, con l’obiettivo anche di preservare l’importante patrimonio di reti pubbliche realizzato in Italia negli anni 70-80, che rappresentano una fonte fondamentale e un patrimonio prezioso per i territori. Il trattamento adeguato dell’intera frazione organica prodotta potrebbe soddisfare un 10% del fabbisogno di Gas metano nel nostro paese e non di origine fossile”.
L’efficienza per riequilibrare il bilancio energetico nazionale
“Un Paese come l’Italia, povero di risorse energetiche proprie – se si escludono le FER – ha uno strumento eccezionale per un riequilibrio del bilancio energetico nazionale, coniugando sostenibilità e sicurezza. È l’efficienza energetica. Inoltre, non possiamo ignorare il contributo che anche altre fonti come il nucleare possono offrire come strategia nazionale, anche se in un futuronon immediato. Da parte nostra, esprimiamo totale apertura verso questa soluzione. Nella sua versione più moderna e sicura, infatti, può essere parte di quel mix energetico diversificato di cui avremmo bisogno, soprattutto per garantire stabilità alla rete e sostenere lo sviluppo delle rinnovabili”.
Diversificare le fonti, preservando il patrimonio esistente
“Questo per dire che se l’obiettivo della decarbonizzazione è sicuramente da perseguire, e su questo siamo tutti d’accordo, una spinta esasperata verso l’elettrificazione dei consumi rischierebbe di essere controproducente per il raggiungimento dell’obiettivo stesso. Consideriamo gli enormi investimenti che sono necessari alle infrastutture per la tenuta delle nostre reti della distribuzione elettrica e gli effetti negativi , lato mercati, che si stanno producendo in un ambiti rilevanti e trainanti come l’automotive. Aprire un confronto serio e costruttivo che possa portare ad una diversificazione delle fonti, preservando il patrimonio esistente e garantendo una transizione equa, appare dunque la strada più corretta da percorrere. Ma poi c’è chi questa transizione dovrà renderla possibile attraverso il lavoro quotidiano, ossia gli operatori di mercato”.
La centralità economica delle Utility territoriali
“In questo senso, nel nostro Paese, la spina dorsale è sicuramente rappresentata dalle Utility e dal ruolo che hanno giocato e che continueranno a giocare per i propri territori. Le Utility sono i principali Partner delle attività economiche delle Pubbliche amministrazioni locali, delle imprese, dei cittadini per rendere meno energivori i consumi, facendo pesare meno il costo dell’energia sui bilanci delle utenze e contribuire fattivamente alla transizione energetica. Le Utility territoriali non sono semplici erogatori di servizi. Sono passati gli anni ‘90 quando le municipalizzate svolgevano un ruolo accessorio e di sussistenza per l’economia del Paese, adesso le Utility sono i soggetti che svolgono un ruolo abilitante per molti aspetti dell’economia italiana. Preservare questo patrimonio, che comprende non solo competenze tecniche ma anche la capacità di dialogare con i cittadini, significa preservare il benessere dei nostri territori e, per questa ragione, rappresenta una necessità assoluta per affrontare con successo le opportunità future”.
Rapporto di fiducia con le comunità locali
“Come Estra abbiamo costruito nel tempo una relazione di fiducia con le comunità locali, rispondendo ai bisogni energetici del territorio e contribuendo alla sua crescita. Il patrimonio accumulato in questi anni, che dunque non è solo economico, ma è fatto di relazioni, di fiducia, di competenze radicate, è per noi la base per proseguire un dialogo costante con i cittadini, una ancora maggiore comprensione dei loro bisogni e, in sintesi, il punto di partenza essenziale per continuare a crescere come azienda”.
“In conclusione – ha detto Macrì – il percorso che ci attende è certamente impegnativo, ma è anche ricco di opportunità, che dovranno essere perseguire, a mio avviso, continuando a e tutelare i bisogni dei territori, attraverso una transizione equa che tenga conto di tutti i vettori e che sia socialmente sostenibile, per portare l’Italia a raggiungere una sempre crescente autonomia energetica, e dunque una posizione di maggiore sicurezza. Con una visione chiara, un pragmatismo illuminato e un costante impegno verso il benessere collettivo, sono certo che sapremo costruire un sistema energetico all’altezza delle aspettative delle nostre comunità”.