Monte San Savino piange la scomparsa di Enzo Porcellotti: con la sua Opem sfidò i mercati internazionali
Monte San Savino piange la scomparsa di Enzo Porcellotti, imprenditore visionario e una delle figure simbolo della comunità, nato il 30 luglio 1931 a Monte San Savino e qui scomparso alcuni giorni fa, lo scorso 28 dicembre 2024. Con lui se ne va un uomo che ha saputo trasformare sogni in realtà, rimanendo sempre fedele alle sue radici e al suo spirito di collaborazione.
Dalle “origini di paese” al successo internazionale
La storia imprenditoriale di Enzo Porcellotti iniziò in una piccola stanza di cento metri quadrati nella metà degli anni ’70, dove, con appena tre operai, posò le fondamenta di quella che sarebbe diventata una delle aziende leader italiane ed europee nella produzione di motoseghe e decespugliatori. Con determinazione e visione, trasformò le Officine Porcellotti Enzo Motoseghe (Opem) nell’industria HOPEM e MONDIAL, realtà capaci di competere con i colossi tedeschi e giapponesi, raggiungendo mercati in quattro continenti. Arrivando ad avere 45 dipendenti, oltre a rappresentanti e punti vendita in tutta Italia e all’estero, quarta azienda del settore a livello nazionale.
Le sfide dell’internazionalizzazione
Già negli anni Ottanta, Enzo affrontava una delle sfide più attuali: l’internazionalizzazione. In un’intervista rilasciata nel 1986 al giornalino locale “Partecipare Come”, Porcellotti rifletteva sulle difficoltà di una piccola azienda di paese nel compiere il salto verso i mercati globali. Lamentava la mancanza di supporto da parte delle istituzioni e sottolineava la necessità di una maggiore collaborazione anche tra le attività per superare gli ostacoli dell’esportazione e della crescita.
Nonostante le difficoltà, Enzo trovò la forza nella sua visione, nella sua famiglia e nei suoi collaboratori, che non dimenticava mai di citare con gratitudine. Per lui, l’azienda era prima di tutto una comunità, un insieme di persone unite da uno scopo comune.
Lo spirito di Enzo
Una frase pronunciata da Enzo Porcellotti sintetizza alla perfezione il suo spirito collaborativo e il suo approccio alla vita e al lavoro:
«Io ritengo che ciò che serve per far procedere la “barca” è che ciascuno, singolo o forza associativa che sia, debba avere la consapevolezza del proprio ruolo e debba fare la propria parte, nella convinzione e nella certezza, che il bene di uno è anche il bene di tutti».
Queste parole non erano solo una dichiarazione d’intenti, ma una filosofia che Enzo ha incarnato in tutta la sua carriera e nella sua vita personale.
Un’eredità che vive ancora
Pur impegnato nelle imprese globali, Enzo non ha mai dimenticato la sua Monte San Savino. Amava viaggiare, scoprire il mondo e portare nuove idee nella sua terra, ma è rimasto sempre radicato nei valori della sua comunità.
Non va dimenticata l’altra grande sua passione, cioè il calcio e l’Inter. Infatti arrivò anche ad esporre i suoi cartelli pubblicitari con la scritta HOPEM in due derby allo stadio San Siro di Milano e gli capitò in più occasioni di salire nell’aereo per le trasferte con la squadra e con il Presidente Pellegrini che conosceva personalmente.
Negli ultimi anni, dopo l’aggravarsi delle malattie senili e la perdita della moglie Lisetta Vardi, sua insostituibile compagna di vita e di lavoro, si era ritirato nella quiete della sua casa nel centro storico, accudito dalla figlia Enza, che gli è stata accanto fino alla fine.
I funerali, celebrati nei giorni scorsi, hanno visto una grande partecipazione di cittadini, collaboratori, parenti e amici, che si sono stretti intorno alla famiglia per rendere omaggio a un uomo che ha dato tanto al suo paese e alla sua gente.
Alla figlia Enza e alla famiglia vanno le più sentite condoglianze da parte dell’intera comunità.
Con la scomparsa di Enzo Porcellotti si chiude un capitolo importante della storia imprenditoriale di Monte San Savino, ma la sua eredità di dedizione, passione e spirito di collaborazione vivranno nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto, e la convinzione è quella che sua storia debba essere commemorata come valore per l’intera comunità savinese.