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giovedì | 06-02-2025

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Non solo Trump: agricoltori sul piede di guerra per accordo con i Paesi del Sud America

Castellucci: “Non c’è reciprocità alcuna, Coldiretti dice no. L’accordo porta con sé aumenti di emissioni, poca sostenibilità, deforestazione“.

Gli agricoltori aretini lanciano l’allarme per le conseguenze del maxi accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), che prevede l’azzeramento dei dazi sui prodotti agricoli provenienti da queste nazioni. Secondo Coldiretti Arezzo, questa apertura rischia di penalizzare gravemente le imprese agricole europee, già messe a dura prova dall’aumento dei costi di produzione, dall’inflazione, dal caro gasolio e dai cambiamenti climatici.

Una concorrenza sleale senza tutele
Coldiretti sottolinea che l’accordo espone gli agricoltori europei a una concorrenza sleale, consentendo l’importazione di prodotti che non rispettano gli standard qualitativi, sanitari, ambientali e sociali imposti dall’UE. “Gli agricoltori sono pronti a competere, ma ad armi pari – dichiara Lidia Castellucci, presidente di Coldiretti Arezzo – Serve reciprocità: stessi standard e regole per tutti. L’accordo attuale non tutela né i produttori né i cittadini.

Tra i prodotti più colpiti dalla liberalizzazione ci sono carne bovina, pollame, riso, miele e zucchero, che saranno importati senza dazi in volumi significativi. Secondo Coldiretti, questo potrebbe portare a una crisi del settore zootecnico europeo, in particolare per la carne bovina e avicola, i cui prezzi non potranno competere con quelli delle produzioni sudamericane.

Rischi per la salute e per la qualità dei prodotti
Le preoccupazioni non si limitano all’aspetto economico. Gli agricoltori denunciano i rischi per la salute pubblica legati all’importazione di alimenti prodotti con pesticidi, antibiotici e ormoni vietati in Europa. Nel 2024, oltre 200 allerte sanitarie sono state registrate per prodotti provenienti dai Paesi del Mercosur, in particolare per carne contaminata da salmonella o residui di piombo.

L’appello di Coldiretti
In risposta a questa situazione, Coldiretti Arezzo chiede un’accelerazione sull’introduzione dell’indicazione obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari venduti nel mercato europeo. L’organizzazione ha lanciato una petizione popolare, puntando a raccogliere un milione di firme per sollecitare le istituzioni europee a rivedere gli accordi commerciali e tutelare la filiera agroalimentare locale.

Gli Stati Uniti, con la politica economica del presidente Trump, restano un partner strategico per le nostre esportazioni – aggiunge Castellucci – ma è fondamentale che l’UE non sacrifichi gli agricoltori in nome di accordi che premiano la quantità a scapito della qualità e della sicurezza. L’agroalimentare aretino vale 90 milioni di euro all’anno, una ricchezza che va protetta.”

Mobilitazione per il futuro dell’agricoltura
Di fronte a un panorama globale sempre più incerto, Coldiretti ribadisce la necessità di salvaguardare il lavoro degli agricoltori e la sicurezza alimentare dei consumatori, attraverso regole eque e una maggiore trasparenza sull’origine dei prodotti. L’organizzazione non esclude nuove mobilitazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui rischi di accordi come quello con il Mercosur.

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