Oreficeria e accessori, dalla ricerca più valore e sostenibilità
Dalle tecniche già note nell’età del bronzo agli strumenti al laser di oggi, il mestiere dell’orafo è creare oggetti di valore e garantire crescita economica. La domanda centrale è: quali processi permettono di dare alle superfici di gioielli o accessori moda la migliore finitura possibile senza un utilizzo eccessivo e costoso di metallo prezioso? In soccorso viene la ricerca scientifica, e anche in questo campo l’Italia ha molto da offrire all’industry globale dell’oreficeria e gioielleria. Nella seconda giornata di Oroarezzo, salone internazionale di Italian Exhibition Group dedicato alla manifattura orafo-gioielliera in corso ad Arezzo Fiere e Congressi sino a martedì 14, l’Associazione Italiana Finiture dei Metalli mette insieme un panel dedicato al “trattamento delle superfici per gioielleria, oreficeria e accessori moda tra tradizione e innovazione”.
Con gli interventi con Massimo Innocenti dell’Università di Firenze, Roberto Bernasconi del Politecnico di Milano, e due voci autorevoli dell’industria. La tedesca Helmut Fischer, con Mario Savona, per gli strumenti di misurazione degli spessori e la varesotta Lafonte, con l’intervento di Giacomo Ramon, per i sistemi di filtrazione dei bagni galvanici per ridurre l’impatto ambientale del trattamento delle superfici. «Cambia la normativa, cambiano le tecnologie – riassume Elena Travaini, segretario generale A.I.F.M. -, ma ancora si conosce poco il vantaggio economico che la ricerca applicata può dare all’industria orafa. Prendiamo per esempio la rodiatura, con cui si ottiene l’oro bianco. Con il tempo si consuma e deve essere applicata nuovamente. Garantire durata e resistenza delle finiture agli agenti atmosferici o anche solo al pH della pelle di chi indossa gioielli fa la differenza, anche sul conto economico dell’azienda orafa».
Tutte le informazioni di dettaglio del programma giornaliero degli eventi sono consultabili sul sito www.oroarezzo.it