Settore agricolo, la protesta dei trattori ad Arezzo: “Serve un piano di crescita, non vincoli che soffocano il settore”
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E’ sbarcata ad Arezzo la mobilitazione del Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani: corteo di trattori lungo le strade cittadine per portare l’attenzione sui problemi che attanagliano il settore agricolo. La manifestazione, che coinvolge decine di trattori, ha interessato il centro della città accompagnata da alcune modifiche alla viabilità, come disposto dall’ordinanza del Comune.
Il presidio è stato organizzato in piazzale Roberto Lorentini, dove dalle 8:00 alle 16:00 è in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata. Tra le 11:30 e le 12:30, un corteo di trattori è sfilato lungo un percorso prestabilito, toccando viale Giotto, via Crispi (corsie preferenziali), via Roma e piazza Guido Monaco, dove i manifestanti hanno effettuato due giri prima di fare ritorno. La circolazione veicolare è stata temporaneamente interrotta nelle strade interessate per consentire il passaggio dei mezzi agricoli, poi ripartiti direzione Val di Chiana.
La protesta, già in corso nei giorni precedenti con presidi nelle zone di Foiano, Bettolle e Monte San Savino, punta a denunciare le difficoltà che i produttori agricoli stanno affrontando, tra cui i problemi legati alla concorrenza sleale, i danni provocati dalla fauna selvatica e la necessità di misure per valorizzare i prodotti Made in Italy.
Gli agricoltori richiedono inoltre un maggiore riconoscimento del valore delle loro produzioni e l’adozione di strumenti di tutela per i prezzi. “Il nostro settore è in crisi e non possiamo restare in silenzio. Chiediamo che ci sia riconosciuto il giusto valore“, ha dichiarato Andrea Faralli, uno dei portavoce della protesta.
La marcia dei trattori è un momento simbolico per ribadire l’urgenza di un’azione concreta a sostegno del settore agricolo, ma rappresenta anche un’importante prova di collaborazione tra manifestanti e cittadinanza per garantire il regolare svolgimento dell’iniziativa.
Intanto si registra l’appello di Confagricoltura Toscana: “Serve un piano di crescita, non vincoli che soffocano il settore”. Clima, reddito, mercati e calamità: le sfide del settore per il 2025. Il presidente Neri “Non siamo un sindacato da piazza, ma non siamo neppure disposti a farci mettere da parte”
“Senza interventi concreti, il settore agricolo è destinato a soccombere sotto il peso di politiche sbagliate, burocrazia soffocante e scelte ambientali ideologiche”.
Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, lancia un monito chiaro alle istituzioni, denunciando la situazione critica che gli agricoltori stanno affrontando. “Per anni siamo stati vittime di decisioni imposte dall’alto che hanno penalizzato le nostre imprese, mentre le importazioni dall’estero aumentano e i mercati internazionali ci schiacciano. Il governo ha iniziato a muoversi nella giusta direzione, ma è ancora troppo poco. Serve una svolta radicale”.
Il comparto agricolo toscano si trova in una tempesta perfetta: crisi climatica, concorrenza internazionale aggressiva, pressione fiscale e vincoli ambientali che ostacolano la produttività. Confagricoltura Toscana chiede un piano di crescita strutturale, che garantisca alle aziende agricole competitività e stabilità economica.
Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre: siccità al Sud, alluvioni al Nord, raccolti dimezzati e un’impennata delle fitopatie che sta devastando interi comparti.
L’agricoltura toscana non può essere sacrificata sull’altare di scelte ambientaliste miopi.
“Non possiamo continuare a essere le vittime sacrificali di politiche ambientali scollegate dalla realtà” attacca Neri. “Siamo i primi a voler proteggere l’ambiente, perché è la nostra risorsa primaria, ma servono soluzioni che tengano insieme sostenibilità e produttività. L’Unione Europea deve smetterla di imporre vincoli senza offrire strumenti adeguati per affrontare le transizioni. Non siamo un sindacato da piazza, ma non siamo neppure disposti a farci mettere da parte. Se non vedremo passi avanti concreti, ci faremo sentire con ancora maggiore forza” conclude Neri.