Turismo, annus horribilis. Comanducci e Lodone: “Perdite superiori al 70%”. Ripartenza: tempi e modalità incerti
Difficile momento per il comparto turistico: perso anche il periodo particolarmente propizio del Natale.
E Arezzo lo sa bene: ha visto andare in fumo l’evento della Città del Natale diventato negli ultimi anni un autentico traino a livello di presenze turistiche e fatturati per l’intera filiera, costituita da decine di imprese.
Il sostituto è stato trovato in Arezzo Christmas Light, una sorta di “evento testimonianza” in attesa della possibilità di spostamento delle persone, come ben sappiamo interdetta dal Governo per arginare la diffusione della malattia.
Utilizzando termini tristemente conosciuti e attuali, la febbre è altissima e il “malato” versa in condizioni gravissime, con quadro clinico in peggioramento. Anche perché l’emergenza non è data solo dal mancato svolgimento degli eventi natalizi, che comunque interessavano spostamenti brevi e perlopiù nei giorni di festa, ma anche dall’assenza del turismo tradizionale, legato alla cultura e all’arte in generale, o quello legato alla convegnistica e alle fiere, praticamente scomparse dai radar.
Marcello Comanducci, presidente di Arezzo Intour, parla di perdite superiori al 70% per tutto il comparto turistico dall’inizio dell’anno.
“Il problema è molto ampio. Il Natale negli ultimi anni era diventato un periodo di alta stagione ma di fatto, prima del 2014, novembre e dicembre erano stati abbastanza bassi a livello turistico. Il problema è generale e riguarda tutto l’anno. Ad ora, tirando le somme, siamo vicini a perdite superiori al 70% per quello che è tutto il comparto turistico. Ovviamente in pochi ci pensano, ma bar, ristoranti e negozi in qualche modo hanno mantenuto l’asporto, il domicilio, vendono online. Tutto il mondo della cultura e del turismo, invece, non ha una seconda possibilità. È tutto chiuso da mesi e non c’è assolutamente modo di poter lavorare. Oggi le persone si spostano a malapena per lavoro”.
I numeri del Natale
“Natale negli ultimi due anni ha fatto praticamente il pieno tutti i fine settimana. Da metà novembre fino a più o meno la befana, avevamo 5-6 fine settimana di tutto esaurito. Il picco di solito avveniva intorno all’8 dicembre: l’anno scorso si riempì non solo Arezzo, ma anche tutta la provincia. Quindi un mancato indotto anche per i centri limitrofi alla città. Fino al 2017, togliendo quindi 2018 e 2019, gli anni in assoluto con più ritorno, abbiamo valutato una ricaduta diretta di 80 milioni di euro. E manca tutto il calcolo dell’indiretto…”
“Al di là dell’attenzione sul Natale, ora è un momento veramente disastroso per tutto il comparto cultura e turismo. Non ci sta veramente aiutando nessuno”, lamenta Comanducci. “Nei decreti ristori si parla di ristoranti, bar, però il mondo del turismo è stato veramente abbandonato. Dobbiamo sperare in un miracolo estivo per la ripartenza”.
“Purtroppo credo che siano a rischio chiusura tante aziende”, conclude.
Strutture ricettive
Anche Laura Lodone, responsabile del turismo di Confcommercio Toscana conferma il trend negativo per Arezzo. Il suo è un focus sulle strutture ricettive:
“Il tasso di occupazione quest’anno, per il momento, è del 24,5%. In termini di fatturato stimiamo perdite tra il 70 e il 75%. Le strutture hanno lavorato a gennaio e febbraio. Marzo, aprile e maggio come se non ci fossero stati. Giugno e luglio basso tasso di occupazione. Agosto e settembre meglio, ottobre zoppicante, novembre e dicembre molto male. A novembre abbiamo chiuso con -50% di tasso di occupazione”.
“Quest’anno abbiamo perso il Forum Risk e a novembre, dicembre e gennaio il mercato di Natale. Teniamo presente che a novembre 2019 il tasso di occupazione era del 68,61%”.
Il monitoraggio compiuto dal centro studi Federalberghi su scala nazionale, in vista delle festività di fine anno, riporta una situazione altrettanto complicata per le strutture ricettive.
Nel 2020 -55,7% delle presenze totali rispetto all’anno precedente e un calo complessivo del fatturato di -56,5% (pari a 14 miliardi di euro). Tra agosto e dicembre si stima una riduzione del 70% delle assunzioni nel settore turistico e termale.
Il problema è anche come ripartirà il turismo, per non parlare del quando. Ancora difficile parlare di una ripresa nel 2021, molto dipenderà da come evolverà l’emergenza sanitaria.
“Speriamo in un recupero nella seconda metà del 2021, anche se penso che non basterà per ricettività e turismo. Confidiamo nei fondi del Recovery Fund“,conclude Lodone.
Intanto con l’inizio del 2021 prende il via la prima serie di interventi della nuova campagna di comunicazione che la Fondazione Arezzo Intour ha messo a punto per rilanciare la destinazione turistica.