Arezzo Science Lab, il professor Vallortigara ospite al teatro Pietro Aretino
È professore ordinario di neuroscienze e direttore Vicario del Center for Mind/Brain Sciences dell’Università di Trento. È anche Adjunct Professor presso la School of Biological, Biomedical and Molecular Sciences dell’Università del New England, in Australia. È autore di più di 170 articoli scientifici su riviste internazionali (con oltre 3000 citazioni) e di alcuni libri a carattere divulgativo come il pluripremitato: Altre Menti (Adelphi) È nell’editorial board di riviste scientifiche internazionali. Oltre alla ricerca scientifica svolge un’intensa attività di divulgazione, collaborando con le pagine culturali di varie testate giornalistiche e riviste. Vallortigara è stato il primo scienziato a fornire prove sulla lateralizzazione funzionale nel cervello degli uccelli; ha inoltre scoperto anche l’asimmetria cerebrale nei vertebrati inferiori, come pesci e anfibi.
Il Professor Vallortigara, uno dei maggiori esperti mondiali nel campo delle neuroscienze, ci porterà una lezione tratta dal suo ultimo libro “Il pulcino di kant” edito da Adelphi. «Quando si ragiona sui temi dell’origine della conoscenza è difficile liberarsi dell’argomento, in apparenza decisivo, a favore dell’empirismo, secondo cui sarebbe impossibile, anche nelle condizioni meglio controllate, essere certi che un organismo sia stato privato di ogni genere di esperienza. Verissimo. Ma il punto non è dimostrare che un qualche barlume di conoscenza è presente in assenza di qualsivoglia esperienza, bensì dimostrare che una certa specifica esperienza è necessaria perché quel barlume di conoscenza si riveli». Le ricerche di Giorgio Vallortigara, uno degli scienziati italiani più noti a livello internazionale per le sue indagini sui meccanismi neurali della cognizione animale, stanno ridisegnando il confine tra la biologia e il mondo astratto delle speculazioni metafisiche. Ne è un esempio questo saggio affascinante sull’imprinting e l’origine della conoscenza che vede protagonisti i pulcini, oggetto di studi sperimentali condotti per quasi trent’anni in parallelo con quelli sui neonati umani. Tali studi ci mostrano come, prima di qualsiasi esperienza specifica di apprendimento, un pulcino conosca le proprietà meccaniche degli oggetti e sappia che essi non solo occupano un determinato spazio con specifiche proprietà euclidee ma possono essere dotati di certe numerosità, che è in grado di stimare eseguendo in maniera non verbale e non simbolica le quattro operazioni dell’aritmetica. Così, fin dalla schiusa, il pulcino sa ravvisare gli indizi della presenza nel mondo di creature animate, quali un volto o la semovenza, presupposto per la costruzione di un cervello sociale. Alla luce di queste scoperte, la contrapposizione tra eredità e ambiente, natura e cultura appare irrimediabilmente datata. La mente, argomenta Vallortigara, non è una tabula rasa. L’apprendimento dall’esperienza è possibile solo se il sistema nervoso possiede in partenza una struttura atta a favorirlo. Le ricerche sui pulcini corroborano dunque la tesi delle conoscenze innate sintetizzata da Lorenz nell’espressione « l’a priori kantiano è un a posteriori filogenetico ». Una sapienza di cui non siamo depositari esclusivi: condividiamo schemi di comportamento, predisposizioni, emozioni, organizzazioni neurali con creature da cui ci dividono trecento milioni di anni di evoluzione.
Arezzo Science Lab è un progetto a cura della Libreria Feltrinelli point, in collaborazione con la Biblioteca. E’ sostenuto dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Arezzo, e da aziende che sono eccellenze nei loro settori di lavoro: TCA, Centro Chirurgico Toscano, Caffè River, Banca di Anghiari e Stia, Marino fa Mercato, Grafiche Badiali, Unicoop Firenze.