“Il pensiero poetico di Giovanni Pascoli”, Stefano Pasquini presenta il suo ultimo libro

Nelle opere del Pascoli ci sono dei temi ricorrenti, che rivelano una precisa concezione del mondo e della poesia: la voce, la religione familiare, la natura, la dissolvenza dell’io, speranza e disillusione. Analizzare questi temi, ricostruirne la genesi storica e culturale, scoprirne i legami con le vicende personali del poeta, è un’operazione complessa, ma è l’unica che può portare alla luce la sua particolare concezione del mondo.
Nei suoi componimenti c’è un costante collegamento fra la vita e la morte. L’esistenza viene narrata a partire dalla sua fine e ciò costituì una straordinaria anticipazione della filosofia esistenzialista. Giovanni Pascoli riuscì solo temporaneamente a sottrarsi al richiamo della morte, proveniente dalle sue terribili esperienze giovanili e anche dai suoi sensi di colpa, costruendosi un mondo fantastico fatto di suoni e di elementi arcaici: la voce della madre, i versi degli uccelli, il ricordo dei morti, i cicli eterni della natura. Questa difficile operazione umana e culturale lo collegò alle più avanzate correnti letterarie e filosofiche europee di fine Ottocento-e inizi Novecento.
Stefano Pasquini svolge ad Arezzo la professione di avvocato, esperto in diritto amministrativo, ma si è anche laureato in Scienze Umanistiche all’Università di Urbino. Studioso di letteratura e filosofia, ha pubblicato i saggi Arezzo e gli aretini nella Divina Commedia (Mauro Pagliai Editore, 2021) e Indagine sul ‘processo’ di Kafka (Mauro Pagliai Editore, 2011). Ha tenuto numerose conferenze pubbliche su Ovidio, Dante, Pascoli, Kafka, Sartre e Heidegger.