Jacopo De Michelis: “Con “La montagna nel lago” vi porto in viaggio tra mistero e storia”. Appuntamento al Foiano Book Festival

In attesa di chiudere in musica la sesta edizione con il concerto di Sergio Cammariere, giovedì 5 dicembre, il Foiano Book Festival offre ancora spunti di grande letteratura in questi giorni.
Venerdì 29 novembre, nella suggestiva cornice della Sala Carbonaia a Foiano della Chiana, Jacopo De Michelis presenterà il suo ultimo romanzo, La montagna nel lago. Un evento imperdibile per gli appassionati di thriller e narrativa storica, che avranno l’occasione di confrontarsi con un autore capace di intrecciare vicende contemporanee e memorie del passato.
Nato a Milano nel 1968 e oggi residente a Venezia, De Michelis è noto sia per il suo lavoro di editor presso Marsilio Editori, sia per il suo esordio letterario con La stazione (2022). Nel suo nuovo romanzo, pubblicato da Giunti, esplora i misteri delle acque oscure del Lago d’Iseo, guidando i lettori attraverso le indagini del giornalista Pietro Rota. La narrazione si dipana tra il 1992 e gli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, rivelando segreti legati alla figura controversa di Junio Valerio Borghese e alla Repubblica di Salò.
Con uno stile avvincente e un’alternanza tra colpi di scena e riflessioni etiche, De Michelis invita i lettori a esplorare i confini tra bene e male, affrontando dilemmi morali senza tempo. Durante l’incontro, sarà interessante scoprire i retroscena della creazione di questo romanzo e il legame dell’autore con i temi trattati. Un appuntamento letterario ricco di spunti per gli amanti del giallo e della narrativa storica. Lo ha intervistato per Arezzo 24 Andrea Laurenzi.

A.L.: Montisola, sul Lago d’Iseo, è il fulcro del tuo nuovo romanzo. Come hai capito che questa location sarebbe stata perfetta per raccontare una storia che unisce passato e presente?

J.D.M. È un luogo che mi ha colpito sin da bambino, quando lo visitai durante una vacanza a circa dieci anni. Questo specchio d’acqua, a metà tra i più famosi laghi di Garda e Como, ha una natura unica e una storia affascinante. Era l’ambientazione perfetta per intrecciare mistero e narrativa storica.
Montisola mi ha offerto lo scenario ideale per un giallo che collega presente e passato, combinando indagini personali con rivelazioni storiche. La particolarità del luogo, capace di evocare atmosfere tanto serene quanto inquietanti, ha giocato un ruolo fondamentale nella costruzione della trama.

A.L.: Nel romanzo spiccano i riferimenti precisi al periodo della Repubblica di Salò e alla Decima MAS. Come hai condotto le ricerche per ricostruire questi aspetti storici?

J.D.M. Amo fare ricerche storiche e in questo caso ho avuto modo di esplorare archivi e biblioteche, oltre ai centri specializzati sulla Resistenza nella provincia di Brescia. Il web offre poco su questi temi, quindi mi sono immerso in fonti cartacee e documenti d’epoca. Ho combinato eventi realmente accaduti con elementi di invenzione letteraria, rendendo il tutto plausibile. Nel 1944, la Decima MAS di Junio Valerio Borghese trasformò l’area del Lago d’Iseo in una sorta di “feudo”, e questo mi ha offerto spunti perfetti per la trama.

A.L.: Scrivere romanzi lunghi, come i tuoi, è una scelta controcorrente rispetto alla tendenza verso narrazioni più brevi. Come credi che si collochino nel panorama editoriale di oggi?

J.D.M. Penso che la lunghezza non sia un limite, ma un’opportunità. Un romanzo lungo consente di offrire un’esperienza più immersiva, in cui il lettore può esplorare ambientazioni, personaggi e trame complesse. Sono un amante delle serie TV che si sviluppano in molte puntate, e cerco di costruire storie che resistano al tempo, capaci di catturare il lettore in un viaggio ricco e stratificato.
Nonostante il successo di opere più brevi, esiste ancora una fetta di lettori che apprezza romanzi complessi e profondi, capaci di offrire un’esperienza più ricca e soddisfacente.

A.L.: La narrazione alterna temi thriller, gialli e storici. Pensi che questa commistione rappresenti un’evoluzione del romanzo di intrattenimento italiano?

J.D.M. Sì, credo che l’intreccio di generi permetta di superare i confini tradizionali della narrativa, offrendo storie più complesse e stimolanti. La montagna nel lago combina thriller, mistero e romanzo storico per catturare un ampio spettro di lettori. Questa miscela consente non solo di intrattenere, ma anche di far riflettere su temi profondi, come la moralità e le sfide del passato che risuonano nel presente.

A.L.: Nei tuoi romanzi i luoghi hanno un ruolo centrale. Che rapporto c’è tra le storie e le ambientazioni?

J.D.M. I luoghi nei miei romanzi non sono semplici sfondi, ma veri e propri protagonisti che influenzano la trama. In La stazione, la Stazione Centrale di Milano è una “città nella città”, un crocevia di destini e misteri che mi ha affascinato sin da bambino. Allo stesso modo, Montisola in La montagna nel lago è un luogo in cui passato e presente convivono, alimentando vicende dense di significato storico e culturale.

A.L.: Il thriller italiano sembra vivere una nuova stagione. Quali autori ti hanno influenzato maggiormente e cosa consiglieresti a un giovane autore?

J.D.M. Il thriller italiano sta attraversando un periodo di grande vitalità, grazie alla capacità degli autori di affrontare temi universali con una prospettiva locale. Tra le mie influenze c’è Giorgio Scerbanenco, che considero il padre del noir italiano, per la sua capacità di esplorare la complessità sociale e psicologica dei personaggi. Tra gli autori stranieri, Stieg Larsson ha avuto un forte impatto su di me, grazie al mio lavoro di editor per Marsilio, che ha portato la sua trilogia in Italia.
A un giovane autore consiglierei di leggere molto, ma anche di vivere appieno i luoghi e le storie che vuole raccontare, perché è lì che si trova l’anima di un buon romanzo.

Jacopo De Michelis vi aspetta venerdì 29 novembre alle ore 17 nella Sala Carbonaia di Foiano della Chiana, dove dialogherà con Andrea Vignini sul suo ultimo romanzo, La montagna nel lago (Giunti).

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