L’amico francese. Mitterand, Berlinguer, Craxi e quella volta che si poteva cambiare la sinistra in Europa Ar24Tv

Molto si è scritto su François Mitterrand, sull’uomo politico, i suoi atti, i suoi discorsi, i suoi scritti. La sua vita è stata indagata in lungo e in largo. Ma l’intento che mi anima non è quello dello storico e del biografo. L’amicizia è il punto di partenza. E certo, poiché è stata un’amicizia tra due uomini animati dalla passione della politica. “E’ della politica che proverò a parlare. Mi sforzerò di riannodare i fili della memoria: il migliore socialismo europeo e ciò che è stato e ha rappresentato il partito comunista italiano. L’occasione perduta a Cortona e quell’incontro mancato tra Berlinguer e Mitterrand per costruire un’altra sinistra. “Sono stato tuo amico. Anzi, lo dico adoperando il presenta. Sono ancora suo amico. Sento forte la sua amicizia, anche se è tanto tempo che se n’è andato. Con certe persone è così che va: la morte non ce la fa a interrompere il dialogo con chi si avverte ancora ben presente. E questo è uno dei misteri della vita”. Erano giovani, pieni di ideali, entrambi già sindaci delle loro cittadine: si conobbero così Tito Barbini e François Mitterand, quest’ultimo destinato a diventare uno dei più grandi presidenti di Francia. Ne discese un’amicizia di molti anni, fatta di viaggi, confidenze, ma anche progetti per il futuro della sinistra e dell’Europa. Questo libro racconta quanto successe e soprattutto quanto non successe, con Cortona e la Toscana al centro di una vicenda che forse avrebbe potuto cambiare le carte in tavola. Con un’intervista di Lucia Bigozzi. “L’amico francese”, di Tito Barbini, da oggi in libreria con i libri di Mompracem. Per gli amici di Arezzo, al Viaggiatore Immaginario e Feltrinelli.