Le tante storie de l’Unità a cento anni dalla fondazione. Roscani al Passioni Festival
L’appuntamento è per sabato 20 aprile alle ore 16 presso la libreria Feltrinelli Point in via Garibaldi, ad Arezzo.
La presentazione, moderata dalla giornalista Sara Nocciolini, prevede anche la partecipazione e gli interventi di personalità illustri dell’informazione, della politica e della cultura locale e nazionale come Maurizio Boldrini, professore di Teorie e Tecniche del linguaggio giornalistico e Comunicazione istituzionale all’Università di Siena, Enzo Brogi, scrittore e giornalista, Vincenzo Ceccarelli, consigliere regionale della Toscana e Claudio Repek, scrittore e per anni corrispondete per l’Unità da Arezzo.
Roberto Roscani, giornalista di lungo corso all’interno del quotidiano l’Unità, per il quale si è occupato principalmente di politica e cultura, offre ai lettori un viaggio inedito attraverso le vicende storiche del quotidiano fondato da Antonio Gramsci nel 1924. Attraverso una serie di racconti e testimonianze, Roscani ci guida lungo un percorso ricco di avvenimenti, personaggi e lotte che hanno caratterizzato la storia del giornale, offrendo al lettore uno sguardo privilegiato sui momenti più importanti della politica e della storia italiana.
Il libro
Il 12 settembre 1923 Antonio Gramsci propone la fondazione di un giornale durante una riunione del Comitato Esecutivo del Partito Comunista d’Italia, un giornale che si proponeva di rappresentare la sinistra, gli operai e le istanze del Partito da poco fondato. Il 12 febbraio 1924, cinque mesi dopo quella proposta, a Milano esce il primo numero dell’Unità, testata che reca sotto il titolo la scritta: Quotidiano degli operai e dei contadini. Da quel lontano 1924 – e poi quando, con Togliatti, insieme al “partito nuovo” viene rilanciata la storica testata che diventerà una voce insostituibile nell’Italia della Resistenza, della Repubblica, della ricostruzione – sono trascorsi cento anni. Una storia scritta con le pagine inchiostrate del quotidiano che più di tutti ha rappresentato il desiderio delle italiane e degli italiani di sentirsi parte di una comunità solidale. L’Unità la si mostrava orgogliosi sottobraccio, ci si riconosceva, si commentavano gli articoli ad alta voce al bar. Roberto Roscani, da giovane militante del Pci, entra a far parte della redazione romana dell’Unità nei primi anni Settanta e ci rimane fino al duemila, quando il giornale chiude improvvisamente. Quello che chiudeva, dopo non poche contorsioni e crisi, era il più diffuso giornale di partito in Italia e nell’Europa occidentale. Attraverso i ricordi, la memoria di chi il giornale l’ha costruito e contribuito a diffondere, gli incontri con i direttori che si sono susseguiti, la cronaca delle riunioni di redazione, i casi che hanno fatto storia, dal delitto Pasolini all’allontanamento di Calvino, fino al “caso Maresca”. Un racconto corale perché una sola voce non può bastare per rappresentare la pluralità di posizioni, idee, fantasie che hanno prodotto l’appassionante storia di 100 anni dell’Unità.