“Mario Tobino, per le antiche mura”: un film aretino al Lucca Film Festival
AREZZO – Un film aretino proiettato al Lucca Film Festival, importante rassegna internazionale dedicata al cinema. Lunedì 23 settembre, alle 21.00, il cinema Astra di Lucca sarà sede dell’anteprima nazionale di “Mario Tobino, per le antiche mura” che è stato scritto e diretto da Maria Erica Pacileo, con la produzione di Fernando Maraghini per la Fez Film e la collaborazione scientifica di Isabella Tobino per la Fondazione Mario Tobino. Il film è un omaggio allo psichiatra e scrittore lucchese Mario Tobino che, per quasi quarant’anni dal 1943 al 1980, lavorò e visse al manicomio di Maggiano al fianco dei suoi “adorati matti” con un impegno per costruire un ospedale in cui sperimentare nuovi metodi di cura a carattere sociale e liberare i pazienti dall’immagine di persone perdute, avanzando un pensiero rivoluzionario per l’epoca che risultò decisivo per attivare il successivo processo di cambiamento.
Il docufilm nasce dalla volontà di raccontare questa personalità e di approfondire le tematiche della malattia mentale da parte di Pacileo che, lucchese di origine e aretina di adozione, si è diplomata in regia cinematografica e televisiva per poi occuparsi di multimedialità con videoclip e opere video con cui ha ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Il suo percorso professionale è poi proseguito con la creazione nel 2016 insieme a Maraghini della società di produzione cinematografica Fez Film con cui ha firmato anche il documentario “Roberto Assagioli, lo scienziato dello Spirito” che fu proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia e poi distribuito da Prime Video. “Mario Tobino, per le antiche mura”, sostenuto dal contributo di TCA e Sapra Group, rappresenta la sua ultima fatica per far scoprire il contributo di Tobino che, con “Le libere donne di Magliano” e altri libri, aveva reso note le condizioni di vita degli internati all’interno degli ospedali psichiatrici e aveva raccontato la follia, portando alla luce una tematica ignorata, temuta o considerata tabù. L’attento lirismo registico di Pacileo mette in luce “disumanità della follia” e “umanità del malato” attraverso un’alternanza di voci che testimoniano il valore letterario e scientifico di questo psichiatra che contrappose il proprio pensiero a quello di Basaglia in una diatriba intellettuale animata dalla stessa comune radice: l’amore per i “malati di mente”. Il film sarà proiettato in anteprima nella sezione “Focus Toscana” del Lucca Film Festival e verrà poi distribuito a partire dal 2025. «La malattia mentale ai nostri giorni è ancora un tema caldo – spiega Pacileo, – dunque ritengo che parlare di Tobino sia tuttora utile e doveroso perché fu un uomo con una doppia visione. Da una parte, infatti, quella dello scrittore rivoluzionario che ha fatto conoscere la realtà del manicomio e, dall’altra, quella dello psichiatra che ha previsto il rischio dell’abbandono del più debole. Tobino, per primo, ha parlato della follia utilizzando la poesia: l’unica degna di raccontare la disumanità senza mancare di rispetto a chi, davvero, ha sofferto l’indicibile».
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