Passioni Festival, chiusura con la magica notte di Simone Cristicchi

{rwgallery}

Sincero, profondo, umano. Indagatore curioso, umile, mai banale. Simone Cristicchi ha incantato la platea dell’Arena Eden di via Guadagnoli, meritandosi l’ovazione finale. Cantastorie contemporaneo, ha ripercorso le tappe della sua vita, non solo della ricchissima (a dispetto dei soli 43 anni) carriera artistica. Canzoni e racconti, attraverso cui aprirsi e offrire al pubblico gli affilati strumenti di cui dispone per sondare i misteri dell’animo umano, della natura, del mondo. Stimolato dalle domande del giornalista Massimo Orlandi, insieme al quale ha scritto il libro “Abbi cura di me” (edizioni Sanpaolo), ha dato vita sul palco a un evento omonimo. Alle musiche, alla parola cantata e a quella narrata, si sono unite le immagini proiettate: un percorso in più linguaggi lungo 40 anni, dal bimbo Simone, orfano di padre e innamorato delle tavole di Jacovitti, all’artista Cristicchi, in grado di battere strade sempre diverse tra musica e teatro, produttivo anche in tempo di lockdown.

Dopo il boom involontario del tormentone “Vorrei cantare come Biagio” (Antonacci) del 2005 è arrivato un successo enorme, non cercato e difficilmente gestibile. Da qui “la fuga” verso territori nuovi, che lo avvicinano al tema della malattia mentale: accurate ricerche, ricostruzioni, raccolta di testimonianze in più parti d’Italia si concretizzano in “Ti regalerò una rosa“, canzone che trionfa al festival di Sanremo e che vince anche il premio della critica. Il brano, riproposto live ad Arezzo, ha sciolto il pubblico in un fragoroso applauso.

Ma il racconto è stato incalzante, proseguendo per due ore. È ritornato il tempo di emozionarsi, di riflettere, di commuoversi. Dal periodo “delle miniere”, con la collaborazione con il Coro dei minatori di Santa Fiora, portati a Sanremo e sul palco del Concertone del 1 maggio, ai racconti sulla guerra. E poi: “Magazzino 18“, con la toccante storia degli esuli d’Istria e Dalmazia, e “Il secondo figlio di Dio“, uno spettacolo incentrato sulla straordinaria figura di David Lazzaretti.

Infine l’incontro con la con la Fraternità di Romena, il brano – di straordinario successo – “Abbi cura di me” e il libro omonimo. Tante canzoni, un racconto con il cuore in mano. Dopo il bis, sono scrosciati gli applausi più lunghi: il miglior finale da poter scrivere per questo Passioni 2020. Ideata da Marco Meacci e realizzata con Mattia Cialini la kermesse, in collaborazione con Officine della Cultura, è patrocinata dalla Regione Toscana e sostenuta da Atlantide Adv, Chimet, Feltrinelli Point Arezzo, Italpreziosi, ristorante La Pieve, Vogue Hotel, ristorante Antica Fonte, Ingram e Strada del Vino Terre di Arezzo (con la partecipazione delle cantine Il Borro, Fattoria La Striscia, Fabrizio Dionisio, I Vicini, Iviti, Famiglia Buccelletti winery Casali in Val di Chio, La Pievuccia, Buccia Nera, San Luciano, La Torre, Fattoria San Leo, Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino e Fabbriche Palma).

Articoli correlati