Un concerto per promuovere l’inclusione sociale della popolazione carceraria di Arezzo

Si tratta di una iniziativa voluta fortemente dalle tre realtà aretine per testimoniare la propria vicinanza nei confronti delle persone detenute: un concerto come ponte che supera qualsiasi tipo di barriera, compresa quella sociale. Un ringraziamento speciale va al Direttore Giuseppe Renna per aver accettato con entusiasmo il progetto.

Al centro dell’impegno quotidiano di ACB Social Inclusion c’è da sempre la valorizzazione della persona, soprattutto quando la stessa è vittima di discriminazioni. «Il carcere non deve essere visto – dichiara Tito Anisuzzaman, Presidente di ACB Social Inclusion – come una zona periferica della città, bensì come un luogo dove le persone che hanno sbagliato possano avere la possibilità di trarre insegnamento dalla propria detenzione. L’iniziativa nasce pertanto dalla volontà di voler superare almeno idealmente barriere: e quale miglior strumento se non la musica per poter raggiungere qualsiasi periferia della società».

All’iniziativa ha risposto con entusiasmo l’OMA, da sempre attenta a simili tematiche. Così Luca Roccia Baldini, presidente dell’ensemble aretino: «Siamo lieti di tornare con i nostri strumenti musicali all’interno della Casa Circondariale della nostra città. Lo facciamo sempre con piacere, con la volontà di raccontare le storie dei tanti viaggi, dei tanti incontri, dei tanti ponti che hanno permesso la formazione della nostra orchestra, ma anche con il desiderio di ascoltare, senza pregiudizi, la storia e le ragioni di chi è chiamato a scontare una pena detentiva. Per l’occasione porteremo alcuni dei nostri ultimi brani, parte del tour “Culture contro la paura” perché la paura, soprattutto la paura dell’altro, si combatte con il dialogo e la conoscenza».

La giornata si concluderà con un momento conviviale, che nel rispetto delle regole di contenimento del Covid-19, proporrà alimenti multietnici.

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