Arezzo rende omaggio a Luigi Sapelli, in arte “Caramba: il maestro del costume nella Giostra del Saracino”
Quella di sabato 7 dicembre sarà una giornata ricca di storia ed emozioni per la Giostra del Saracino che, nel novantesimo anniversario della realizzazione degli abiti giostreschi creati dalle sue mani, ricorda Luigi Sapelli, in arte Caramba, con un allestimento delle sue creazioni e un annullo filatelico speciale. Era il 1934, infatti, quando per la prima volta i costumi da lui realizzati fecero ingresso in Piazza Grande vestendo i figuranti della Giostra del Saracino e in occasione dell’anniversario l’Ufficio Politiche Culturali e Turistiche – Giostra del Saracino del Comune di Arezzo, in collaborazione con il Consiglio della Giostra, vuole rendere omaggio al grande artista con la mostra “Caramba: il maestro del costume nella Giostra del Saracino”.
Dieci abiti storici, in parte provenienti dall’eredità Monci e in parte già conservati dal Comune di Arezzo, saranno esposti da sabato 7 dicembre fino al 30 aprile all’interno del percorso espositivo “I Colori della Giostra” (piano terra Palazzo Comunale, orario 10-13 // 13.30-17.30 dal venerdì alla domenica). Costumi che sono stati restaurati per l’occasione da Laura Folli, esperta in catalogazione e conservazione del tessile e dell’abbigliamento che ha curato allestimenti e descrizioni dei capi in mostra, mentre in concomitanza il Comune di Arezzo ha provveduto a realizzare, per il patrimonio costumistico della manifestazione già presente, un intervento di catalogazione, inventariato e collegamento di accessori ad ogni capo, che proseguirà nel prossimo periodo anche con gli abiti in dotazione ai quattro quartieri e al Gruppo Musici. Un progetto che prosegue nella direzione del già costituito Centro di Documentazione della Giostra e che mira a raccogliere ed archiviare quanto più materiale possibile della manifestazione affinché se ne ricostruiscano e se ne fissino nel tempo storia e nozioni così da poter disporre di preziosi e certi supporti informativi per il futuro del Saracino.
“Negli ultimi anni abbiamo fatto un grande lavoro volto alla tutela e alla valorizzazione della storia della Giostra – commenta Paolo Bertini, consigliere comunale delegato alla Giostra del Saracino – lo abbiamo fatto con la digitalizzazione delle foto provenienti dal fondo ex APT della Provincia, scrigno di preziose memorie, lo abbiamo fatto con la raccolta di documenti, filmati, oggetti che raccontano il passato della Giostra e lo facciamo adesso catalogando e inventariando il patrimonio costumistico a disposizione. Era doveroso, dopo aver celebrato i 90 della Giostra e i 90 anni della Lancia d’Oro, rendere omaggio ai 90 anni dall’ingresso in Piazza Grande degli abiti creati da Caramba, veri e propri capolavori senza tempo che segnarono un salto di qualità nella Giostra di quegli anni accrescendone la valenza e l’attrattiva nell’immaginario collettivo. Aver avuto la lungimiranza di legare il nome del Saracino a quello di uno straordinario artista quale Luigi Sapelli, è un vanto che doveva essere celebrato. D’altronde la nostra manifestazione, aperta all’innovazione ma fortemente ancorata alla tradizione, non può prescindere dalla valorizzazione delle proprie radici nel guardare al futuro”.
La mostra dedicata agli abiti di Caramba sarà inaugurata sabato 7 dicembre alle ore 11.00 e resterà aperta fino al 30 aprile.
“Sono passati novanta anni e forse solo oggi comprendiamo davvero l’immenso patrimonio storico e artistico che Luigi Sapelli ha donato, con la sua creatività, alla città di Arezzo”, spiega il Consiglio della Giostra che ha collaborato all’esposizione. “Luigi Sapelli – prosegue – conosciuto ai più come Caramba, ma dai suoi colleghi e dal mondo dello spettacolo soprannominato il ‘mago’, con la sua arte geniale ha dato luce e splendore alla Giostra del Saracino. Il suo stile, frutto di un lungo lavoro votato alla ricerca del dettaglio, mirava a cogliere l’essenza più profonda e il significato di ciò che doveva rappresentare, ovvero il cuore, il carattere e la personalità dei personaggi, le comparse che ‘recitano’ nel palcoscenico di Piazza Grande. Una sfida, vinta in maniera magistrale, per lui che era abituato a lavorare per l’opera teatrale: dare luce, anima e vita ai primi vestiti della Giostra del Saracino. A distanza di novant’anni possiamo a ragione affermare che mai scelta fu più indovinata”.
Artista di fama mondiale, innovatore attraverso l’eleganza e la cura del dettaglio, con la sua arte del disegno e del cucito Luigi Sapelli ha realizzato per Arezzo e la Giostra abiti che resteranno patrimonio unico e inestimabile. Un patrimonio che attraverso la mostra “Caramba: il maestro del costume nella Giostra del Saracino” torna a vivere sulla scena.
“Un Arezzo lungimirante che investe nella manifestazione più importante della città, la Giostra del Saracino, comprendendo l’importanza della stessa per la collettività e per l’immagine di Arezzo nella nazione”, ricorda Laura Folli, tecnico restauratore specializzata in catalogazione, conservazione del tessile e dell’abbigliamento ricostruendo la storia di quegli anni. “Per ottenere un corteo spettacolare, che attirasse turisti ed appassionati – continua – fu affidata la realizzazione di vesti ed accessori del corteo al migliore, chiamato da molti il mago del costume, Luigi Sapelli appunto. I suoi costumi, realizzati dalla Casa d’Arte Caramba, furono probabilmente notati nell’estate del 1932 quando ad Arezzo andavano in scena le opere del Carro di Tespi Lirico, organizzato dall’Opera Nazionale Dopolavoro, promotrice della diffusione della cultura attraverso il teatro. Caramba riportava nei suoi disegni ogni minimo dettaglio decorativo, per limitare al massimo eventuali interventi di sarte, ricamatrici, calzolai, parrucchieri sostenendo l’importanza della fedeltà al bozzetto e del portamento nelle manifestazioni storiche così come nelle rappresentazioni teatrali e per questo si occupò personalmente di istruire gli attori e i figuranti su come indossare il costume e muoversi. Quello che differenziava il Caramba da altri costumisti dell’epoca era la fusione armonica dei colori che attuava nei suoi abiti e la sintonia tra gli stessi già nella sua testa prima ancora che sui figurini, spesso in bianco e nero, con i campioncini di stoffa attaccati alla carta con gli spilli. Possiamo solo immaginare come il corteo della Giostra del Saracino sia apparso nella mente di questo grande personaggio, guardando i costumi che sono arrivati a noi”.
Insieme agli abiti sarà esposta anche la Lancia d’Oro della Giostra del Saracino del 10 giugno 1934, vinta dal Quartiere di Porta Santo Spirito, che segnò l’esordio dei costumi di Caramba.
A fare da cornice all’esposizione, un video coinvolgente realizzato dalla società Quantico che trasporta lo spettatore nel cuore pulsante della Giostra del Saracino degli anni ’30. Immagini d’epoca, restaurate con cura, mostrano la vitalità e la passione di un’epoca passata, dove la manifestazione era già un evento di grande richiamo. Il video celebra la straordinaria collaborazione tra la tradizione e l’innovazione, sottolineando l’importanza del restauro per la conservazione del patrimonio culturale. Grazie a una ricostruzione in 3D, è possibile seguire passo dopo passo il prestigioso lavoro di Caramba, ammirando la maestria con cui sono stati riportati in vita tessuti antichi e preziosi. Il video è un ponte tra passato e presente, che permette di apprezzare ancora di più il valore della tradizione e l’importanza di tramandarla alle future generazioni.
Nella stessa giornata inaugurale della mostra, sabato 7 dicembre, al percorso espositivo sarà presente il personale di Poste Italiane che dalle 9.15 alle 12.45 potrà apporre l’annullo filatelico dedicato a Luigi Sapelli fatto realizzare dal Comune di Arezzo per celebrare l’anniversario. Per l’occasione sono state realizzate due cartoline a tema disponibili gratuitamente, da affrancare. L’annullo è una nuova occasione di storicizzazione per la nostra manifestazione in quanto il bollo speciale, una volta concluso il periodo di utilizzo, entrerà a far parte della collezione storica di Poste Italiane e sarà esposto al Museo Storico della Comunicazione.