Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

mercoledì | 18-12-2024

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Da Arezzo alle Hawaii, la ragazza che sussurrava agli squali Ar24Tv

Dei suoi 28 anni Sofia ha trascorso una parte non trascurabile degli ultimi due su mezzi di trasporto. Dopo essere diventata dottoressa in Scienze Naturali a Firenze, oggi è una delle studentesse del corso di laurea specialistica in Marine Sciences, all’Università di Milano Bicocca.

https://www.youtube.com/watch?list=PLbXHa8OlQy2MjpZl4EknXOX_jUIk87R81&time_continue=3&v=6CYMAq5BOcE

Durante i tre mesi del suo tirocinio in Indonesia ha conquistato il brevetto da Divemaster in subacquea e perso la testa per le mante. Con la tesi sugli squali balena è voluta tornare al primo amore. “Il focus della mia ricerca riguarda il dna ambientale. Ogni animale che passa in un volume d’acqua lascia tracce biologiche“, spiega Sofia, “può essere pelle, saliva, una qualsiasi secrezione corporea“. Attraverso una procedura di filtraggio di campioni d’acqua marina, si può risalire a tutti gli esseri viventi che hanno transitato in quella zona senza utilizzare analisi invasive sugli animali stessi. Applicando questo metodo allo squalo balena, Sofia vuole risalire innanzitutto alla provenienza della specie: “è stata avvistata più volte ma non si ha la certezza che sia residente qui. Potrebbe essere una specie migratoria che si ferma a Oahu per un breve periodo di tempo, magari in uno stadio particolare della sua vita. Se riesco a trovare il loro dna, posso dire se gli squali vengono dal Pacifico o dall’Atlantico, perché ci sono differenze nel genoma delle diverse popolazioni“. Il secondo step del progetto prevede la realizzazione di una mappa della biodiversità, cioè di una catalogazione di tutte le specie animali presenti intorno all’isola hawaiana.

{rwgallery}

L’idea della 28enne aretina ha incrociato l’interesse di One Ocean Diving and Research, centro di immersione e ricerca guidato dall’esperta Ocean Ramsey, famosa nel settore sia per le sue immersioni con gli squali bianchi senza protezioni che per l’impegno alla conservazione di queste creature del mare. “Qui sto vivendo una delle esperienze più interessanti della mia vita“, commenta Sofia ad Arezzo24, agli sgoccioli del suo “periodo hawaiano”. Ecco la sua testimonianza, a qualche fuso orario di distanza.

Bianca: Come procede la tua ricerca?

Sofia Frappi: Gli squali balena sono molto difficili da studiare e su di loro si sa relativamente poco. Anche solo avere l’idea di che tipo di movimenti facciano è un passo avanti nel capirne l’ecologia. Gli avvistamenti avvengono in modo molto casuale intorno all’isola, non hanno dei punti di aggregazione specifica. Non è una sfida facile riuscire a trovare il loro dna, ma se ci riusciamo possiamo fare tutte le altre analisi. Ringrazio fin da ora la prof.ssa Elena Agnese Valsecchi, relatrice della mia tesi e docente di Marine Vertebrates nel corso di Marine Sciences alla Bicocca, per aver creduto nel mio progetto. Sicuramente questo era un sogno che ho fin da quando ho deciso di intraprendere la carriera da scienziata marina. Alle Hawaii, un po’ come alle Bahamas, c’è la maggior parte di informazioni riguardo agli squali, la comunità di elasmobranchii è ricchissima. È incredibile soprattutto poter lavorare con One Ocean. Seguo da tempo Ocean Ramsey e Juan Sharks (suo marito e fotografo), sono persone molto coraggiose che hanno avuto l’idea di approcciarsi agli squali come nessuno aveva mai fatto, studiando il loro comportamento e creando un protocollo per poterci avere interazioni in maniera sicura. Li ho conosciuti, tra l’altro mi stanno aiutando tantissimo.

Bianca: Come immagini il tuo futuro da “cervello in fuga” nei prossimi anni?

Sofia Frappi: Non ho idea di come sarà, se non che lavorerò nel mare e con il mare. Vorrei diventare ricercatrice indipendente, rimanendo in qualche modo legata all’università ma non necessariamente intrappolata nella carriera accademica. E mi vedo assolutamente fuori dall’Italia, soprattutto non in Toscana. Ci sono pochissimi fondi per la ricerca marina. Oltretutto abbiamo una ridottissima fauna di squali, dato che abbiamo pensato bene di distruggere tutte le nostre risorse e di decimarli. È una vergogna, non ho intenzione di rimanere bloccata in un ambiente del genere.

Bianca: A chi dedichi l’ultimo miglio dei tuoi studi? Cosa diresti ai tuoi colleghi italiani?

Sofia Frappi: Sicuramente alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto e ha investito su di me. So di essere il loro orgoglio e questo mi ripaga di tutti i sacrifici. Dedico questo risultato anche a me stessa, perché ho sempre lottato tanto. Non sono mai stata in grado di adattarmi, posso fare solo quello per cui penso di vivere. Accontentarmi della monotonia e di un lavoro che non amo è la peggiore tortura che mi possa capitare e che io possa augurare a qualcuno. Puoi permetterti di sacrificarti soprattutto quando sei giovane. Dopo, è giusto che tu ti concentri su altro, ecco perché devi costruire la tua carriera prima di arrivare a quel punto. Devi metterci dentro tutto te stesso, dare il 100% e non lasciarti fermare da nessuno. Riflettere è importante, però bisogna assolutamente seguire i propri sogni. Non sopporto quelle persone che dicono “mi piacerebbe, ma va bene anche così”. Accontentarsi è più comodo e ti fa sentire al sicuro, ma a lungo andare ti logora. Consiglio ai miei colleghi italiani: lottate con le unghie e con i denti, anche quando arrivate al limite e pensate di non poter andare oltre. Sto facendo dei progressi che non mi sarei mai immaginata, quindi ho fiducia nel futuro.

 

Video credits: Mackenna Cady; One Ocean Research; One Ocean Diving

Articoli correlati