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mercoledì | 09-04-2025

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Il “traffico senza beghe” nato tra 4 amici spaparanzati sul divano

Si va dal semplice rallentamento, all’imprevisto che manda in fumo tutti i programmi della giornata, incluse situazioni pericolose difficili da evitare.

Daniele Tramontano, 40 anni, tecnico informatico, è partito proprio da qui, quando, ad aprile 2017, ha pensato di usare la tecnologia in supporto degli aretini in movimento. Info Traffico Senza Beghe è una chat collettiva di Telegram, il servizio di messaggistica istantanea principale rivale di WhatsApp, anche se meno diffuso in Italia. Al gruppo si accede su invito da parte di chi ne è già membro. Regole lapidarie per i partecipanti: si parla solo di traffico, domande e richieste di alcun tipo sono vietate. Chi trasgredisce va incontro al ban, l’espulsione dalla chat.

Stando alla popolarità del gruppo, che dalla sua creazione a oggi naviga a vele spiegate verso i 2500 iscritti, a Daniele si è accesa la lampadina giusta. Per quanto si tratti di un esperimento non completamente inedito, né a livello nazionale né locale, questa specie di Waze aretino piace e non stanca. «Il numero di coloro che lo usano sta crescendo in modo esponenziale» spiega Tramontano. «Per oltrepassare i 2000 iscritti c’è voluto meno della metà del tempo necessario per raggiungere il primo migliaio».

Bianca: Da dove arriva l’idea di Info Traffico Senza Beghe?

Daniele Tramontano: Come il 99% degli eventi nella mia vita è nata per gioco. Una sera d’inverno io e qualche mio amico parlavamo di un altro gruppo sul traffico già esistente e di alcune cose che avremmo voluto cambiare se fosse stato nostro. Data l’estrema facilità di crearne uno che permette oggi la Rete – in questo caso Telegram –, ci siamo detti: “facciamocene uno con le regole o per lo meno una linea che piaccia a noi”. Da quelle quattro persone spaparanzate su un divano gli iscritti sono aumentati di settimana in settimana. A un certo punto ho visto proprio l’esplosione del passaparola. Ogni volta che mi ricollegavo andavo a controllare il numero degli utenti. Un giorno erano 200, poi 400, 600. A 1000 ho cominciato a capire che la cosa era abbastanza seria.

Bianca: Come ha reagito la gente? Si aspettava un’adesione così numerosa alla chat?

Daniele Tramontano: Chiaramente no. Oggi parliamo di 2400 iscritti. Sono contento del successone, però con l’aumentare dei membri ovviamente cresce anche il tempo che devo dedicare al minimo di controllo che c’è su questo gruppo. Ho voluto che rimanesse una chat aperta anche alle espressioni più colorite. Secondo me è il bello del gruppo, che alla fine è legato a una realtà territoriale, circoscritta ad Arezzo e provincia.

Bianca: Le forze dell’ordine conoscono ITSB? Cosa ne pensano?

Daniele Tramontano: Sicuramente all’interno del gruppo ci sono membri delle forze dell’ordine. Non lo vedo assolutamente come un problema, anzi! La chat può essere uno strumento utile per tutti. Secondo me anche a chi lavora nelle forze dell’ordine fa comodo sapere se c’è un ingorgo, un incidente, un qualsiasi intoppo nel tragitto quotidiano verso il posto di lavoro o un’altra meta. Non ho mai chiesto pareri agli agenti su cosa ne pensino ma credo che non abbiano nulla in contrario a ITSB. Il gruppo è totalmente legale e per come la vedo io può dare una mano anche a loro. Sicuramente è meglio avere una cittadinanza informata su un problema di viabilità che trovarla magari imbottigliata nello stesso punto di Arezzo.

Bianca: Ha mai pensato di sfruttare questa sua invenzione per fini commerciali? Una startup per esempio?

Daniele Tramontano: La risposta è no. Questo gruppo è nato tra amici, poi si è espanso in maniera veramente enorme ma non ho mai pensato di fare soldi su una cosa del genere e mai lo farò. Per come la vedo io la più grande riuscita di questa idea sta nella condivisione tra gli utenti.

Bianca: Che lei sappia ci sono iniziative simili in altre zone d’Italia?

Daniele Tramontano: Penso che ormai in quasi tutte le città italiane ci siano gruppi così. So che più di una ne ha, anche se con nomi differenti. Persone informate su questo argomento con cui ho parlato mi hanno riferito che in effetti per una città come Arezzo il bacino di utenti di un gruppo del genere è veramente ampio.

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