BPER si “dimette” dall’ospedale San Donato

“Il 29 settembre – ricordano le federazioni della funzione pubblica e del credito Cgil, Fp e Fisac – il CdA del Gruppo BPER Banca ha deliberato, nell’ambito del Piano Industriale 2022/2025 una riorganizzazione del Gruppo e una razionalizzazione degli sportelli, con la chiusura di 125 filiali che si inseriscono nel programma di chiusure per complessive 600 filiali. Lo scopo della manovra è migliorare la qualità dei servizi alla clientela e favorire la vicinanza al territorio”
Le filiali di Arezzo che verranno chiuse in questa fase saranno 2, quella di Via Caravaggio (zona Giotto) e lo sportello ubicato all’interno dell’Ospedale San Donato di Arezzo.

“Come Fisac Cgil esprimiamo ormai da molti anni, a tutti i livelli, la ferma contrarietà all’inesorabile processo di desertificazione bancaria che ha colpito tutto il paese e molto anche la nostra provincia, ma non comprendiamo come un miglioramento del servizio alla clientela si realizzi chiudendo uno sportello all’interno del plesso ospedaliero della città, il 15 dicembre tra l’altro, periodo notoriamente denso di scadenze e di esigenze della clientela, dal pagamento di tasse e finanziamenti alla riscossione di stipendi e tredicesime. Inoltre, programmare la chiusura di uno sportello e la migrazione di migliaia di rapporti in altra filiale in una data così fitta di scadenze di fine anno, che costringerà i lavoratori delle filiali coinvolte a carichi di lavoro estremi, ci sembra quanto meno una assoluta mancanza di attenzione nei confronti dei colleghi che non possiamo che stigmatizzare”.
Questa filiale storica da sempre ha dato innanzitutto supporto ai degenti e alle loro famiglie, che hanno potuto far fronte alle esigenze economiche legate ai difficili momenti di cura e assistenza dei malati; ed in seconda battuta, ma non meno importante, ha fornito servizi alle molte centinaia di lavoratori dipendenti dell’ospedale, che hanno potuto accedere alla filiale tutti i giorni, e allo sportello automatico a qualunque ora del giorno e della notte, 365 giorni l’anno.
E’ naturalmente legittimo che un’azienda decida discrezionalmente la propria organizzazione. Ma questa manovra non si può sottacere che sia tutto tranne che un miglioramento del servizio in favore di una clientela composta principalmente da malati e da chi si prende cura di loro, ovvero familiari e personale ospedaliero.
Pensiamo che questa manovra andrà ulteriormente ad impoverire i servizi verso degenti e dipendenti dell’ospedale, come è avvenuto in un passato recente con i servizi offerti dal CRAL.
“Le banche – concludono Fp e Fisac Cgil – costituiscono un servizio pubblico essenziale, quindi non possiamo che esprimere forte contrarietà a questa chiusura, incomprensibile anche da un punto di vista simbolico, e il cui costo lo pagheranno esclusivamente malati, lavoratori ospedalieri e bancari, e i cittadini dell’intera provincia, che subiranno il disagio di non poter avere una prossimità con un importante presidio di servizio essenziale.
Diciamo basta ad una narrazione che ci racconta di piani industriali delle grandi banche vicine al territorio ed ai clienti, che in questo caso sono i malati e i lavoratori che si prendono cura di loro; ne siamo sinceramente stanchi”.

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