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sabato | 19-04-2025

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Emergenza TPL in Toscana e nel territorio aretino: carenze strutturali, esternalizzazioni e peggioramento delle condizioni lavorative

Per le criticità evidenziate continua lo stato di agitazione fino al 30 aprile. Gravi criticità continuano a investire il settore del trasporto pubblico locale in Toscana, con particolare riferimento al territorio aretino. Le problematiche, ormai strutturali, riguardano sia il personale viaggiante sia quello delle officine aziendali, colpiti da una cronica carenza di organico che compromette la qualità del servizio e peggiora sensibilmente le condizioni di lavoro. E’ quanto denunciano i responsabili sindacali trasporti di Cgil Cisl Uil Faisa-Cisal Ugl: Luigi Mori, Luca Attoniti, Alfonso Marzi, Fabrizio Bertocci, Cipriano Paolinelli.

L’azienda, parallelamente alla presentazione del nuovo piano industriale pluriennale, prosegue con un processo di progressivo ridimensionamento della propria operatività sul territorio, facendo leva sulla strategia delle subconcessioni verso altri operatori.

In previsioni della partenza dei così detti “lotti deboli” previsti per fine anno 2025, dove in basa alla gara regionale i Comuni autonomamente apriranno bandi di gara territoriali, vedi subbiano Capolona, il bando dell’Unione comuni montani alto Casentino, tra cui Caprese Michelangelo e Sestino, e della Valdichiana aretina senese, Autolinee Toscane non ritenendoli adeguatamente remunerativi deciderà probabilmente di non partecipare.

In particolare, il bando regionale prevede la possibilità di esternalizzare ben 17 milioni di chilometri di percorrenza entro il termine della gara stimata anno 2032, un tempo considerato inizialmente quale possibile ammortizzatore del sistema, ad oggi invece diventato obiettivo dichiarato dell’attuale presidenza RatpDev Italia per
ridurre disavanzi di esercizio, nonostante correttivi ed interventi sostanziali della Regione Toscana che ha stanziato un adeguamento di circa 30 milioni di euro annui.

Gli autisti, già in numero insufficiente, si trovano costretti a ricorrere a straordinari continui, doppi turni e ferie negate, con impatti pesanti sulla qualità della vita e sulla sicurezza. Gravi criticità anche sul fronte del rispetto delle normative in materia di idoneità fisica (D.L. 88/99). Alcuni autisti dichiarati inidonei da medici competenti del compartimento medico Ferrovie dello Stato, risultano invece successivamente “idonei” da operatori che gestiscono i lotti deboli in appalto, sollevando interrogativi importanti sul controllo degli enti preposti e sull’efficacia del sistema.

Le officine non sono da meno: gravi carenze si registrano nella copertura dei depositi, dove mancano presidi giornalieri da parte dei responsabili. Le funzioni vengono accorpate in maniera inefficiente e spesso in contrasto tra loro, segno evidente di una “coperta corta” che necessiterebbe di assunzioni immediate, specialmente nella sede operativa di Arezzo. In termini manutentivi, le difficoltà sono quotidiane: guasti non risolti a causa di appalti troppo risicati o sottodimensionati, e mezzi difettosi che vengono spostati da un deposito all’altro nel tentativo di “spalmare” le criticità, inoltre l’officina preposta esterna non garantisce la copertura operativa giornaliera da inizio a fine servizio creando inevitabili disagi.

A tutto ciò si aggiunge l’assenza di concreti investimenti strutturali per la sicurezza a bordo autobus, la mancanza di paratie protettive integrali per gli autisti e sistemi interni anti-aggressione per il personale dipendente, come già ribadito nel tavolo sulla sicurezza aperto in sede prefettizia alla compresenza di aziende e delle massime cariche istituzionali.

La stessa politica aziendale tesa ad esternalizzare il servizio di controllo biglietti portando ad un peggioramento sensibile del livello di sicurezza percepito a bordo, nonché la diminuzione di proventi da traffico causata dalla mancata costante presenza del personale addetto in tutto il territorio.

Sollevate perplessità sull’attuazione del Regolamento CE 561/2006 per tratte superiori a 50 km. In taluni casi, a nostro avviso, alcune tratte vengono spezzate artificiosamente nei capolinea intermedi per rientrare nei limiti normativi, consentendo così una gestione più “economica” ma potenzialmente scorretta dal punto di vista giuridico e sindacale, della quale le organizzazioni attendono opportuni chiarimenti dagli organi competenti.

Ad oggi, dall’assegnazione del lotto di gara unico (1° novembre 2021), le palesi discordanze fra la Regione ente affidataria e il gestore Autolinee Toscane hanno determinato frammentazioni e disservizi delineando uno scadimento qualitativo e quantitativo del servizio offerto alla cittadinanza.
Ridimensionato così l’impianto regionale e provinciale del territorio aretino, che doveva coniugare linee a domanda forte con linee a domanda debole. A tal proposito citiamo in ordine cronologico il fallimento del progetto “innovativo” della circolare della Valtiberina nato per produrre un servizio puntuale e cadenzato.

Le criticità evidenziate, ad oggi irrisolte, hanno indotto le organizzazioni sindacali di persistere, in attesa di concrete e risolutive risposte, nello stato di agitazione proclamato il 3 marzo, fino al 30 aprile.

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