La sanità incrocia le braccia. Carbone: “Facciamo sentire la nostra voce in un sistema alla deriva”
Oggi, mercoledì 20 novembre 2024, è in corso uno sciopero nazionale di 24 ore che coinvolge medici ospedalieri, infermieri e altre professioni sanitarie, indetto dai sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up. La protesta mira a richiamare l’attenzione su diverse criticità nel settore sanitario, tra cui la richiesta di aumenti salariali, riforme strutturali, miglioramento della sicurezza sul lavoro e l’introduzione di una legge per la depenalizzazione dell’atto medico.
Secondo le stime, lo sciopero potrebbe comportare la sospensione di circa 1,2 milioni di prestazioni sanitarie, tra cui 100.000 visite specialistiche, 50.000 esami radiologici e 15.000 interventi chirurgici programmati. Tuttavia, saranno garantite le prestazioni d’urgenza e gli interventi chirurgici di alta specialità.
A Roma, è prevista una manifestazione in Piazza Santi Apostoli alle ore 12:00, durante la quale i professionisti sanitari esprimeranno le loro preoccupazioni riguardo alle risorse insufficienti destinate ai contratti di lavoro, alla mancata detassazione di parte delle retribuzioni e alla carenza di personale. Inoltre, si sottolinea l’assenza di norme che garantiscano la sicurezza negli ospedali, con la richiesta di attivare presidi di pubblica sicurezza nelle strutture sanitarie.
I sindacati evidenziano che le risorse assegnate nella Legge di Bilancio 2025 sono ritenute inadeguate per affrontare le sfide attuali del Servizio Sanitario Nazionale, sottolineando la necessità di interventi strutturali per migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dell’assistenza ai cittadini.
Francesco Carbone, segretario aziendale Anaao Asl Toscana Sud Est:
“Sciopero in atto dovuto per far sentire la nostra voce in un sistema sanitario alla deriva“. Le motivazioni della protesta di fronte alla crisi del Pubblico, con pesanti ripercussioni anche per i cittadini
Sulla tutela della sanità pubblica la politica di ogni colore finora ha fatto grandi proclami ma i fatti ci dicono cose affatto differenti e i cittadini devono acquisire la consapevolezza di un disastro annunciato. Da tempo diciamo che il Sistema sanitario nazionale versa in una profonda crisi economica, certo, ma per quanto riguarda i professionisti, di fiducia.
La realtà, soprattutto nei territori disagiati, ci racconta di orario in eccesso, accumulo di ferie non fruite, a fronte di scarsa sicurezza (leggi aggressioni), rischio di malversazioni legali (perché di questo si tratta se il 99% delle denunce risulta infondato), un regime fiscale assolutamente iniquo rispetto a quello riservato ai colleghi della sanità privata.
Per tali motivi questo sciopero è l’urlo muto di chi ha davvero a cuore il Ssn, non a chiacchiere ma con l’impegno quotidiano dimostrato dai risultati eccellenti della sanità pubblica in Italia a fronte di investimenti decisamente inferiori agli altri Paesi europei che sentitamente ringraziano per i professionisti che ogni anno esportiamo, Made in Italy in carne ed ossa e attese deluse.
Questo sciopero rappresenta un momento cruciale per il settore sanitario italiano, con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulle problematiche che affliggono il sistema e di promuovere un dialogo costruttivo per trovare soluzioni efficaci.