Sanità, dal sindacato la proposta di un tavolo permanente
“Il tavolo dovrà prevedere la partecipazione, oltre che delle organizzazioni sindacali,” affermano Lunghi e Fedeli, “anche delle istituzioni, in primo luogo la Regione e le comunità locali, che devono essere protagoniste e tutrici dei livelli di sanità nei singoli contesti. È necessaria una programmazione a 360 gradi per evitare un collasso del sistema sanitario che avrebbe ripercussioni negative non solo in termini sanitari, ma anche sociali, economici e demografici.”
L’attuale situazione dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri soffre di carenze strutturali, principalmente a causa della mancanza di personale sufficiente a soddisfare i bisogni di salute dei territori. Questa situazione è particolarmente grave nell’Area Vasta Sud-Est, caratterizzata da una vasta estensione territoriale, difficoltà orografiche e specifiche caratteristiche demografiche. Le risorse umane disponibili rimangono invariate anche durante il periodo estivo, quando il numero di turisti aumenta significativamente, mettendo ulteriormente sotto pressione il sistema sanitario.
La UIL FPL sottolinea che i trasferimenti dal governo centrale non sono sufficienti a coprire le carenze strutturali esistenti. La pianificazione “alternativa” della Regione Toscana non compensa adeguatamente la riduzione dei servizi e la carenza di professionisti sanitari, lasciando la direzione sanitaria senza mezzi per migliorare la situazione.
Questa mancanza di risorse porta a un aggravamento delle condizioni nei presidi ospedalieri e nei territori, soprattutto durante l’estate. I servizi sanitari devono affrontare un aumento delle richieste da parte della popolazione locale e dei turisti, con conseguenze particolarmente gravi nelle zone costiere.
Secondo la UIL FPL, è necessario adottare misure strutturali alternative rispetto a quelle attuali, come la pronta disponibilità, la reperibilità, l’aumento delle ore di straordinario e il reperimento di personale con contratti a termine o atipici. Queste soluzioni non sono più sufficienti e mettono in difficoltà il personale sanitario, spesso costretto a turni massacranti, e i cittadini, aumentando la frequenza di scontri tra utenti e professionisti.
Infine, la riduzione delle prestazioni e dei posti letto durante il periodo estivo non contribuisce a migliorare i servizi e le condizioni di lavoro dei professionisti. Le carenze di OSS, infermieri e medici affliggono anche i servizi territoriali. Il piano delle assunzioni non riesce a compensare i pensionamenti e le fughe sempre più frequenti dalla sanità pubblica. Non è accettabile che i problemi di un settore fondamentale come la sanità e il diritto alla salute siano scaricati sui territori e relegati al solo confronto tra Azienda e parti sociali. Questi problemi devono essere affrontati e risolti da tutti gli attori istituzionali.