Superbonus, ad Arezzo ha generato quasi 600 posti di lavoro. Il sindacato: “rischio bomba sociale”

Per la categoria dei lavoratori edili si preannuncia una primavera “calda” non solo in senso metereologico, per carenza di precipitazioni, ma anche per la situazione complessa che si sta delineando. Con il nuovo decreto del Governo in vigore dal 17 febbraio infatti, decine di imprese edili della provincia di Arezzo rischiano la chiusura.

Centinaia di lavoratori interessati ai progetti legati al superbonus, potrebbero seriamente perdere il posto di lavoro. Il numero delle imprese iscritte alla cassa edile nell’anno 2019-2020 erano 313. Nel 2021-2022 con il Superbonus sono diventate 406, facendo registrare un +29,71%. Il dato importante è relativo al numero degli operai, salito del 42,21%. Tra le vecchie imprese iscritte e quelle nuove è passato da 1.343 a 1.910 lavoratori, con un numero totale di ore lavorate da 1.778.154 a 2.714.996 (+ 52,68%). Questo ha generato un aumento di circa 11 milioni di euro del monte salari.

“Eliminare in maniera brusca il percorso della cessione del credito e/o dello sconto in fattura – spiegano Gilberto Pittarello e Serafino Marino della Filca Cisl – significa mettere al tappeto il settore delle costruzioni che, dopo anni di crisi, aveva visto la ripresa delle attività attraverso la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente”.

Le prime avvisaglie di forti criticità si erano già registrate nelle settimane scorse, quando molti lavoratori lamentavano il ritardo dello stipendio a causa della sempre meno disponibilità, causata dal blocco dei crediti e quindi della liquidità economica delle imprese. Tutto di fatto ruota attorno alla cessione del credito e allo sconto in fattura relativo ai lavori del Superbonus. Il rischio di un blocco totale delle attività legate al Superbonus per il prossimo futuro è concreto.

“Ora con questa scelta il Governo rischia di innescare una vera ” bomba ” sociale – sottolineano ancora Gilberto Pittarello e Serafino Marino della Filca Cisl. Rischiamo di disperdere un patrimonio di professionalità fondamentale per il cambiamento del Paese ed indispensabile per realizzare quanto previsto dallo stesso Pnrr”.

Con il blocco della cessione dei crediti – ribadisce la Filca Cisl – il Superbonus diventa inutilizzabile per chi ha basso reddito, che non ha capienza Irpef necessaria per detrarre il costo dei lavori di efficientemente energetico nella dichiarazione dei redditi. Questo significa non riuscire a rendere meno energivore le abitazioni più datate. E’ necessario rivedere il Bonus per andare incontro ai redditi più bassi e alle classi energetiche più basse ripristinando la cessione del credito per queste categorie. Per questo chiediamo – concludono i sindacalisti – che vengano convocati, oltre alle Associazioni di Imprese, anche i Sindacati del settore che rappresentano i lavoratori, perché c’è bisogno di un confronto che tuteli un segmento del lavoro strategico per il futuro del Paese e del nostro territorio.

Inutile adesso recriminare sugli errori fatti e le criticità a suo tempo evidenziate dalla Cisl – dichiara Silvia Russo Segretaria Generale della Cisl di Arezzo. La nostra organizzazione sindacale aveva cercato di far luce sulle tante aziende e cooperative fittizie nate per approfittare di profitti facili. Occorre pensare- conclude Russo – a chi in buonafede ed è rimasto invischiato nelle tenaglie delle cessioni, come i lavoratori, le famiglie e le aziende, sostenendo in modo serio quella transizione ecologica necessaria che non si deve realizzare con meccanismi costosi”

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