Trasporti, Confartigianato lancia l’allarme: “Mancano autisti di mezzi pesanti”
“La problematica della mancanza di autisti di mezzi pesanti, camion soprattutto ma anche pullman e bus, sta emergendo in tutta la sua gravità: senza correttivi il rischio reale è quello di provocare un blocco alle attività economiche con conseguente mancato approvvigionamento dei beni di prima necessità e generi alimentari indispensabili per la vita quotidiana anche sui nostri territori”. Sono parole di Marco Sensi , Presidente della Confartigianato Trasporti di Arezzo, che spiega come “la ripresa in corso è caratterizzata da segnali di tensione sui fattori produttivi delle imprese. Le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali generano una forte pressione sui costi di acquisto delle commodities da parte delle piccole e micro imprese e il lavoro, soprattutto quello qualificato e specializzato, risulta più difficile da reperire”.
Di positivo c’è che nei settori di trasporto e logistica gli indicatori di mobilità e di attività produttiva registrano un marcato recupero e cresce la movimentazione delle merci. Nei primi sette mesi del 2021 le vendite al dettaglio hanno recuperato i livelli pre-Covid-19, mentre sale la domanda di servizi legata al sempre crescente successo dell’e-commerce, a fronte di queste dinamiche, cresce la domanda di lavoro delle imprese di autotrasporto, a cui corrisponde una difficoltà enorme di trovare personale pari al 40,9%.
Questo il dato che emerge dal Focus Confartigianato Trasporti a proposito della carenza di autisti nel settore che sta mettendo a serio rischio la normale operatività.
Situazione difficilissima anche quella del trasporto persone, che sta riprendendo dopo il sostanziale blocco del turismo legato al Covid, è quella che descrive Valter Fabbri, Presidente provinciale e Regionale del Settore AutoBus Operator di Confartigianato, che spiega come “la gravissima carenza di operatori nasce dal fatto che l’accesso alla professione è stato reso dalle recenti normative sempre più difficile, lungo e costoso: per ottenere la patente del Bus occorrono 220 ore di corso regionale in 6 mesi di tempo e con un costo di 6mila euro. Un investimento iniziale davvero complicato”. “Quello che rischiamo quindi – insiste Fabbri – è che la situazione possa peggiorare fortemente visto che manca il turnover, gli autisti in attività sono sempre più anziani e i giovani non arrivano”.
“È indispensabile a questo punto – spiegano allora congiuntamente Sensi e Fabbri – affrontare il questa emergenza partendo dalla costituzione di un tavolo interministeriale Trasporti, Interni, Lavoro e Sviluppo economico con le principali rappresentanze di categoria, in cui si analizzino le diverse concause e si adottino gli adeguati provvedimenti governativi in una duplice direzione: da un lato, attenuare l’emergenza con misure shock di immediato impatto, quale la previsione di incentivi pubblici per il conseguimento dei costosi titoli abitativi alla guida e sgravi sulle assunzioni di nuovi conducenti, dall’altro, creare le premesse culturali e normative per valorizzare il ruolo dell’autotrasportatore, rendendo attraente per giovani, disoccupati ed inoccupati una professione che ha comunque un ruolo essenziale e strategico per l’economia”.
Vediamo i dati: l’analisi dei dati del sistema Excelsior evidenzia che a settembre 2021 a livello nazionale le imprese registrano una previsione di 32.800 entrate per il gruppo professionale dei conduttori di mezzi di trasporto, in salita del 23% rispetto lo stesso mese del 2019. In parallelo non appare agevole la copertura delle posizioni lavorative: le imprese segnalano che il 40,9% delle entrate sono di difficile reperimento, quota che risulta in aumento di oltre due punti rispetto al già elevato 38,8% di due anni prima.
Nel dettaglio le entrate di autisti di camion che sono difficili da reperire rappresentano il 44,7%. In ma in Toscana la situazione è ancora più difficile arrivando a superare il 54%. Il reperimento del personale è maggiormente critico con l’innalzamento dell’età media dei lavoratori: in cinque anni la quota di dipendenti over 50 delle imprese di autotrasporto aumenta di 8,4 punti, passando dal 24,9% al 33,3%. Sul gap di concorrenza delle imprese dell’autotrasporto e sull’attrattività della professione pesa anche il più elevato cuneo fiscale, che in Italia nel 2020 è del 46,0%, a fronte del 34,6% della media dei paesi Ocse per differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta percepita da un lavoratore single senza figli con una retribuzione pari alla media.