A urne fredde
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A urne fredde si ragiona meglio e si evita di dire stupidaggini, quello che conta in una elezione sono i numeri, le parole se le porta via il vento. Per questo trovo del tutto inutile ragionare se il bicchiere sia mezzo vuoto o mezzo pieno, la propaganda finisce alle 15 del lunedì. Dopo, è bene far girare tutte le rotelle del cervello.
I numeri, sul quadro nazionale, sono positivi per il centrosinistra. Benché sia un successo, per così dire, strabico, perché mentre Sala vince a Milano senza i Cinque stelle, Manfredi vince a Napoli con i cinque stelle. Il che mi fa pensare che non vincano i partiti ma le persone. Comunque sempre di vittoria si tratta.
Tuttavia, se restringo lo sguardo al risultato delle suppletive in Valdichiana aretina e lo combino a quello dei quattro comuni aretini che sono andati al voto, mi pare fuori luogo abbandonarsi a squilli di vittoria.
La prima riflessione è che per le elezioni suppletive ha votato nella Valdichiana aretina una media del 26% degli aventi diritto. Un dato paurosamente basso che testimonia la disaffezione verso la politica di gran parte dell’elettorato. Un dato che dovrebbe preoccupare i partiti e invece, come spesso accade, viene lasciato cadere. Si dà la colpa alla disinformazione, al fatto che la gente non sapeva…
Può essere. Ma spesso, come insegnava Socrate, “non si sa perché non si vuol sapere”.
E’ un’amara verità, per chi è impegnato in politica, ammettere che alla maggioranza delle persone non piace il prodotto offerto.
E’ possibile che una parte della gente abbia cambiato gusti, ma è altrettanto vero che la merce in vendita è piuttosto scadente. Così accade che a votare vadano solo i “tifosi” e la gente comune resti a casa.
Insomma le suppletive in Valdichiana sono state un deserto di partecipazione e i votanti cosi pochi da render inutile qualunque analisi su presunti ritorni di fiamma per il centrosinistra o, di converso, sulla tenuta della destra in alcuni comuni. Sono analisi che valgono quanto la neve marzolina, che dura dalla sera alla mattina.
Diverso è il caso delle comunali. Nelle elezioni comunali si riconferma in grande spolvero Civitella, ma per il resto, a parte il ballottaggio a Sansepolcro, la “reconquista”, per dirla alla spagnola, è fallita. Ergo: c’è poco da festeggiare. Resta il fatto che in questa provincia il centrosinistra stenta a ritrovare la strada di casa. E se qualcuno riesce a dimostrarmi il contrario, gli pago una cena.