I porcini nei boschi e i tartufi in parlamento

Al primo vengono rimproverati i suoi trascorsi fascisti, peraltro mai abiurati ed al secondo di essere un cattolico tradizionalista e di non saper scrivere in italiano. E allora?
I due riflettono nel bene e nel male quello che è uscito dalle elezioni. Verrebbe da domandarsi se sia stato fatto il possibile per impedire quel risultato, ma il ragionamento è ozioso, è inutile piangere sul latte versato.
La democrazia è fatta di idee ma soprattutto di numeri, la democrazia, parafrasando il vecchio Mao, “non è un pranzo di gala”, prima si vota e dopo si prende quel che passa il convento.
Sfortunatamente la politica e di riflesso le istituzioni, non hanno più il bon-ton e la saggezza dei tempi andati, quando si cercava un equilibrio tra le ragioni della maggioranza e quelle della minoranza e poteva capitare che Pietro Ingrao fosse eletto presidente della Camera con il 79,6%.
Quei tempi son finiti e oggi chi vince (destra o sinistra poco importa) piglia tutto, anche perché le bocche da sfamare sono sempre più voraci.
E siccome vincere con modestia non è di moda chi vi aspettavate alla presidenza delle Camere? Cenerentola e il principe azzurro?
Suvvia, siamo realisti, questo non è più il tempo della garbatezza (istituzionale). Per questo non mi meraviglia nemmeno che in una straordinaria stagione fungaiola anche in Parlamento siano riapparsi i TARTUFI, ma non quelli da mettere sulle tagliatelle, io parlo dei tartufi alla Molière, quelli che sotto il velo della probità celano ben altri vizi, quelli che pur stando all’opposizione votano il candidato gradito alla maggioranza.
Bisogna prendere atto che oggi la politica non ha niente di lineare, è un algoritmo che segue il momento. Infatti nessuno pensa più al domani e chi ci pensa è considerato un grillo parlante da schiacciare sul muro. Se poi la Caritas italiana segnala che in Italia siamo al record di indigenti, che la povertà ormai tocca 15 milioni di persone, compresi i poveri relativi, quelli che scivolano nel bisogno per una bolletta o per pagare le medicine, POCO IMPORTA perché, come in teatro, anche nell’arena della politica vale una massima: show must go on, lo show deve continuare.

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