I tacchini che festeggiano il Natale

Lo cito dopo aver letto le reazioni al bel discorso di Enrico Letta all’Assemblea Nazionale del PD. Non mi soffermo sui singoli capitoli, tutti interessanti, che mi riservo di approfondire. Quello che mi colpisce è l’adesione incondizionata, per certi versi fideista di iscritti ed elettori del PD.
Nel mentre comprendo lo stato d’animo di tanta gente comune che, in un mare tempestoso, intravede un possibile approdo, mal traduco, se non alla luce delle parole di Trotskij, l’entusiasmo di quella che un giorno si sarebbe detta nomenklatura e oggi viene definita ceto politico.
Se davvero il nuovo segretario del PD portasse in fondo quello che ha promesso e io non dubito che voglia farlo: valorizzazione delle competenze, freschezza di idee, rottura degli schemi, rivalutazione del merito, attenzione alla formazione e ai giovani, il tutto dentro l’agorà, cioè nel luogo (fisico o virtuale poco importa) dove tornano a contare i giudizi collettivi ebbene, 2/3 di quelli che oggi plaudono, rischiano di fare la figura di tacchini che festeggiano il Natale.