In Italia, come ad Arezzo, è aperta una sfida sul futuro

Un po’ come accade per l’altro Conte (quello che allena l’Inter) che, a ogni piè sospinto, è bersaglio di ogni tipo di critiche. In verità mentre ormai ho fatto il callo all’interista, perché la fede calcistica passa sopra ogni altra considerazione. Nei confronti del “politico”, trovo ancora ostico digerire chi ha fatto il presidente con la Lega e poi riesce a farlo (meglio) con la sinistra. E’ vero che la politica è l’arte del possibile, epperò senza chiarezza e trasparenza diventa una palude dove nuotano serpenti e alligatori.
Come ricordava un mai troppo citato Piero Gobettiil trasformismo snatura la lotta politica, con la ricerca di maggioranza ottenute a qualunque prezzo”. E questo passare da un campo all’altro, con la scioltezza di un Roberto Bolla sul palco, qualche dubbio lo lascia.
Personalmente rimango indeciso sull’esito che avrebbe avuto questo governo senza la pandemia. Ma oggi, che siamo ancora dentro questa tragedia, non ha senso mettersi a fare fantapolitica.
Ha ragione chi dice che bisogna rimboccarsi le maniche, perché mai più si ripresenterà nella storia un’occasione di poter investire tanto denaro per cambiare il paese. E’ una sfida culturale e politica di una portata incredibile e perciò può diventare l’occasione, per la sinistra, di risvegliarsi da un doppio sono: quello dogmatico dei “puristi” e quello pragmatico dei “tecno-politici”.
Svegliarsi è indispensabile perché a destra non stanno con le mani in mano e non sono così scarsi come qualcuno li dipinge
Ne ho la conferma osservando quello che sta succedendo ad Arezzo, dove si è aperta una discussione che può modificare alcuni connotati dell’amministrare: mi riferisco al dibattito aperto sul ruolo delle fondazioni, in particolare quella dedicata ai servizi alla persona. Sia chiaro, qui non siamo sul piano della pura teoria, bensì su quello ben più concreto della pratica, che significa muovere interessi, denaro, legami sociali e potere.
Questa è un esempio di sfida vera che prefigura un’idea di governo della città. La stessa sfida che ritroviamo nella battaglia per i beni comuni: acqua, energia, gestione dei rifiuti. La stessa sfida che riguarda gli assetti sanitari. Anche da noi, come avviene a livello nazionale, è aperta una discussione sul futuro, ne saremo all’altezza?

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