Le elezioni e le zampate dei vecchi leoni

Questo è il verdetto, inutile girarci intorno. Sia chiaro, non si perde mai per un solo motivo, però una cosa è sicura: non si risale la china facendo finta, come è avvenuto in passato, che non sia successo niente. Di certo non si vince scegliendo candidati il cui unico pregio è che non rompono le scatole a nessuno, minestrine tiepide, brodini caldi, budini tremolanti. Un mondo zuccherato che non incanta nessuno e non soddisfa il bisogno popolare e popolano di una politica che “spacca”, che divide, che sceglie. Una politica fatta da politici e non da gente “prestata” alla politica. Tutte persone dabbene che però nemmeno si rendono conto di castrarsi da soli quando confessano candidamente che, “di politica ci capiscono poco”. Sì, perdiana, ci vogliono i politici! Non caso il vincitore di Vicenza non è un improvvisato, ma il capogruppo alla regione Veneto, uno che, per quanto giovane e lo dico senza offesa, è un vecchio arnese, non un farfallone. Nella mischia va buttata gente che sa cosa dice e conosce l’arte del graffio, dell’unghiata, della tecnica di colpire sotto la cintura. Ve lo dico senza giri di parole, ai micetti cotonati e alle gattine che stronfiano preferisco mille volte la zampata artigliata dei vecchi leoni.

 

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