Mai burlarsi di un drago vivo! (J.R.R. Tolkien). Su cosa scommette Mattarella
Se il barometro sociale ed economico non indicasse tempesta, lo spettacolo messo in piedi dalla classe politica di questo martoriato paese sarebbe perfino divertente, perché stavolta sono entrate in scena tutte le maschere della commedia dell’arte: i Pantalone, gli Arlecchini, i Pulcinella, le Colombine, i Capitan Fracassa. E tutte insieme hanno prodotto un gran bordello.
Invece c’è poco da stare allegri con oltre 88 mila morti, un’economia scossa dalla bufera, centinaia di migliaia di aziende a rischio di scomparsa, milioni di lavoratori sull’orlo del dramma occupazionale e il Recovery Plan ancora a mezz’aria. Se c’è qualcuno che riesce a sorridere si faccia pure avanti, io non ci riesco.
Tuttavia, come accade nella commedia dell’arte, c’è chi esce vincitore e chi bastonato. Vince, checché se ne dica, chi voleva affossare Conte e l’esperienza giallo-rossa. I bastonati sono quelli che avevano sottostimato la portata della crisi e si sono impiccati ad un ramo che, alla prova dei fatti, s’è dimostrato debole. Senza capire che la crisi, al netto delle difficoltà indotte dalla pandemia e dalle prese di posizione di Renzi, era una crisi di obbiettivi, di progetto e di politiche. Non credo che l’aver chiamato Draghi a rimetter insieme i cocci sia una sconfitta della politica. Il suo incarico è politico e se riuscirà a formare un governo farà politica. Paradossalmente in questo paese, dopo lo tsunami dei primi anni novanta, hanno fatto più politica (cioè scelte di governo), i governi tecnici che non quelli emanazione dei partiti. Chi esce ridimensionata e sconfitta è invece una classe politica (di governo e opposizione) che si è mostrata incapace di liberarsi di un infantilismo fatto di veti incrociati, ripicche, piccole meschinità. Una classe politica non selezionata, impreparata, figlia dell’edonismo dei social e che pare vivere in un mondo a parte, dove l’immagine è tutto e la sostanza è niente.
Non ci si può dunque lamentare se Draghi arriva come arriverebbe un professore per rimettere ordine in una classe di discoli e fannulloni. So di esagerare, so bene che al governo c’erano anche persone serie, Gualtieri per esempio e Speranza, che si sono sobbarcati, ognuno per la propria parte, il carico di una situazione pesantissima. Detto questo non è detto che Draghi riesca nel suo intento, in democrazia contano i numeri e non le buone intenzioni e i numeri possono, a seconda di chi li usa, sommarsi o dividersi. Il Presidente della Repubblica scommette sulla responsabilità dei partiti e dei loro leader, sul loro senso civico, scommette cioè su una cosa più rara della perla nera. Per il bene di tutti spero che abbia ragione.